Monza, 1 marzo 2014 - Più bassa e più stretta rispetto a come era inizialmente prevista, ma la barriera di sicurezza lungo il tratto finale di viale Lombardia sarà fatta in ogni caso. E passerà anche davanti al bar ristorante «Raffaello», quello di proprietà di Carlo De Gaetano, l’uomo che lunedì sera ha provato a darsi fuoco per protesta ed è stato spinto fuori dalle fiamme da due poliziotti rimasti feriti. È il risultato raggiunto giovedì sera nell’incontro avuto davanti al prefetto di Monza e Brianza a cui hanno partecipato tutte le parti coinvolte dai lavori nel tratto della Statale 36 all’uscita del nuovo tunnel verso Cinisello: i rappresentati di Anas, l’assessore monzese alla Viabilità, il gruppo di commercianti e residenti che hanno avviato la protesta contro le barriere e il Comitato viale Lombardia Sud a favore degli interventi di sicurezza. Rispetto alla barriera antirumore finora installata nel primo tratto del viale, per proseguire nella separazione tra le 4 corsie della Statale 36 e il controviale su cui si affacciano case e ed esercizi commerciali, si userà un modello di barriera più basso e stretto, che permetterà di far guadagnare 60 centimetri al controviale.

Inoltre per dare ancora più spazio e cercare di creare anche zone per il parcheggio, i marciapiedi saranno ridotti al minimo consentito dalla legge, mentre per favorire gli ingressi delle aziende a mezzi ingombranti, verrà garantito il rimborso delle spese per lavori di arretramento, allargamento o spostamento dei cancelli carrai. «Non è una soluzione pienamente soddisfacente perché non risolve i problemi di tutti - commenta Luca Meucci, portavoce del gruppo che manifesta contro le barriere -. Il bar Raffaello continuerebbe a perdere il passaggio dei clienti mentre l’ingresso all’edificio dell’Incisoria Merla non può essere spostato. Si è raggiunto un compromesso che risolve parzialmente la questione, ma comunque non toglie il danno causato dai cambiamenti portati dalla barriera».

Chi invece resta contrario al compromesso, e nel verbale redatto sull’incontro dal prefetto ha specificato il suo dissenso verso queste soluzioni, è De Gaetano che intanto, andando tre volte la settimana all’ospedale per cambiare le medicazioni, in circa 20 giorni dovrebbe guarire dalle ustioni al volto e alle braccia. Grande o piccola che sia la barriera comunque «non va bene - ribadisce il barista - perché non permette di far parcheggiare i clienti. Dicono poi che il Comune farà da mediatore per trovare un altro posto dove trasferirmi, ma se mi vogliono mandare via mi dovranno risarcire i 350mila euro pagati per il bar e i 150mila per la tabaccheria. La mia protesta continua e sto già parlando con gli avvocati per chiedere i danni morali e civili».