Michele Graziano, l’uomo che martedì sera ha ucciso a Giussano i suoi due figli Thomas ed Elena, di 2 e 9 anni, avuti da due ex compagne diverse al momento si trova in coma farmacologico con prognosi riservata per le prossime 24 ore. L'uomo si trova ancora ricoverato al San Gerardo di Monza, ed è mantenuto in coma farmacologico per volontà dei medici che stanno valutando il decorso postoperatorio a seguito delle ferite che si era auto inferto alla gola dopo il duplice omicidio. Nel frattempo Graziano è piantonato a vista.

Giussano (Monza), 13 febbraio 2014 - Il giorno dopo l’orrore di Giussano, con Michele Graziano che prima ha ucciso a coltellate i figli avuti da compagne diverse, Elena di 8 anni e Thomas di 2, e poi ha tentato di suicidarsi, restano tre famiglie distrutte, sconvolte da tanto dolore e crudeltà. La tragedia è accaduta tra le 19 e le 20 di martedì nella casa di via IV Novembre, dove Graziano aveva vissuto con Valentina Neri, l’ex moglie e mamma di Thomas, dalla quale si era separato da pochi mesi. La primogenita Elena era invece nata dalla convivenza con Valeriana Confalonieri, una 33enne che oggi vive a Cesano Maderno.

Due storie finite male per l’omicida, ora ricoverato al San Gerardo di Monza. Michele Graziano è nato il 22 agosto del 1977 a Milano e prima di trasferirsi in Brianza aveva vissuto a Paderno Dugnano, in via Armstrong. Ha trovato lavoro all’Esselunga a Paina di Giussano, dove circa undici anni fa ha conosciuto la seregnese Valeriana Confalonieri: dalla loro relazione era appunto nata Elena. Poi la coppia si era divisa. «Per lui era stato uno choc - racconta un amico del padre dell’assassino -, tanto che nel 2009 la sua famiglia si è traferita da Paderno a Giussano e il figlio era tornato a vivere con loro. Era disperato, ma è sempre stato un bravo padre e aveva voglia di rifarsi una famiglia».

Nello stesso supermercato di Paina ha conosciuto anche Valentina Neri, oggi 24enne. I due si sono innamorati e si sono sposati tre anni fa, andando a vivere proprio nell’appartamento dell’orrore di via IV Novembre. Un matrimonio felice e sereno, un sogno coronato con la nascita di Thomas. Circa un anno fa, la moglie ha conosciuto un altro uomo e Michele Graziano ha dovuto accettare la seconda separazione, diventata definitiva lo scorso dicembre. «Ha trascorso un brutto periodo - raccontano amici e parenti -, era esaurito anche se è sempre stato seguito dalla famiglia. Si è fatto trasferire all’Esselunga di Lissone dove c’era anche la prima compagna». Il tribunale gli aveva concesso la possibilità di vedere i figli il mercoledì e il sabato dalle 13 alle 20. Una situazione vissuta con dolore e frustrazione dall’uomo, che pare faticasse a pagare gli alimenti alle due ex compagne.

Al momento sono in corso le indagini per capire i motivi del dramma. Sta di fatto che martedì Michele Graziano è andato al lavoro e si è comportato normalmente. A un certo punto ha chiamato le due ex, chiedendo di poter vedere i figli e promettendo di riportarli a casa alle 20. È poi andato a prenderli nelle due rispettive case, li ha portati a spasso e verso sera è andato nella casa di via IV Novembre, dove era stata staccata anche la luce considerato che l’ex moglie Valentina Neri si era trasferita con il nuovo compagno in un’altra abitazione di Giussano. È salito senza fare rumore e ha portato i bambini in sala. Aveva un coltello da salumi, una lama di 12 centimetri: prima il fendente sulla gola di Elena, poi al piccolo Thomas. Le due madri intorno alle 20 hanno iniziato a far squillare il suo telefono, preoccupate perché i bimbi non erano ancora ritornati. Michele Graziano prima di tentare di uccidersi ha telefonato al fratello che immediatamente ha dato l’allarme, chiamando i soccorsi e i carabinieri.

Comportamenti folli a cui la Procura vuole dare una spiegazione. Michele Graziano verrà infatti sottoposto a una perizia psichiatrica. Lo ha già annunciato il magistrato titolare dell’inchiesta sul duplice omicidio, il sostituto procuratore della Repubblica di Monza Vincenzo Nicolini, per capire se l’uomo era capace di intendere e di volere quando ha sgozzato i due figlioletti o se a spingerlo al tragico gesto sia stato qualche disturbo psicologico. Il pm chiederà la convalida del fermo, che però probabilmente verrà sospesa finchè il 36enne, ricoverato al San Gerardo di Monza dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico per avere tentato a sua volta di uccidersi a coltellate, non sarà in grado di partecipare all’interrogatorio davanti al gip del Tribunale di Monza Giovanni Gerosa che deve decidere sulla convalida. Intanto il pm ha anche intenzione di disporre l’autopsia sui corpicini dei bambini per stabilire con esattezza quali sono stati i tempi e le cause dei loro decessi.

di Sonia Ronconi e Stefania Totaro