di Martino Agostoni

Monza, 6 febbraio 2014 - I primi metri della barriera antirumore fuori San Fruttuoso, lungo viale Lombardia, sono stati installati e le linee gialle del cantiere indicano il tratto successivo dove i lavori dovranno proseguire. Ma dopo poche decine di metri non si avanza per una serie di ostacoli sulla traiettoria dei lavori: davanti al centro Caravan Barassi un camper è stato parcheggiato sulle strisce gialle, venti metri dopo, sempre a cavallo tra le corsie della Statale 36 e il bordo viale che sarà separato dalla barriera, c’è ferma al civico 260 di viale Lombardia del bar «Raffaello» l’auto del titolare Carlo De Gaetano, poi al civico 262 il signor Radice ha parcheggiato allo stesso modo la sua auto davanti a casa come anche il coinquilino titolare dell’Incisoria Merla, e ancora dopo ci sono alcuni mezzi delle officine meccaniche «Fratelli Ronchi». È ripresa così, da martedì sera, la protesta contro la posa delle barriere antirumore in direzione Milano di tutti i titolari delle attività che hanno cancelli e vetrine affacciate su viale Lombardia e che con l’opera di divisione si vedranno chiusi. Già da una decina di giorni il gruppo si fa sentire denunciando che lo spazio che rimane al di qua della barriera sarà insufficiente a fare le manovre per entrare nei passi carrai, in particolare i mezzi pesanti, mentre per il bar sarà la condanna a non poter avere più clientela di passaggio perchè non c’è spazio per la sosta. E proprio il titolare del «Raffaello» è il più agguerrito: «Da quando abbiamo iniziato a segnalare il problema nessuno delle istituzione si è fatto sentire mentre invece hanno continuato a costruire la barriera - lamenta De Gaetano - Per noi va bene la barriera davanti alle abitazioni che l’hanno richiesta, ma finite le case ci sono solo attività che invece verranno ostacolate. Fermino i lavori all’altezza dell’incrocio con via Scrivia, dove ci sono le case, perchè dopo invece iniziano le imprese». De Gaetano è preoccupato per il futuro del suo bar dove ha investito tutti i suoi soldi, resistendo alla chiusura durante i lavori per il tunnel. «E non dicano che queste barriere erano già previste. Non è vero - sostiene - e per questo con un avvocato ho mandato ieri una contestazione al Comune in cui arrivo a chiedere i danni se fanno la barriera: chiederò 500mila euro per risarcirmi i 6 anni in cui sono stato qui in perdita ad aspettare la fine dei lavori e poi quelli per la chiusura. Perchè se fanno la barriera chiudo sicuramente». La situazione logora i nervi di chi sente minacciato il proprio lavoro: «Io vado avanti a oltranza perchè senza questo bar non ho più nulla per la mia famiglia. E sono anche pronto a forme di protesta più eclatanti in municipio».