Monza, 4 febbraio 2014 - Maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e resistenza a pubblico ufficiale.
Da queste accuse dovrà difendersi la coppia di genitori monzesi scoperta lo scorso luglio dai carabinieri in stato confusionale durante la celebrazione di un presunto rito satanico casalingo, a cui sarebbe stata costretta anche la figlia tredicenne. I due, lui cinquantaduenne originario di Vaprio d'Adda e lei quarantatreenne nativa di Sesto San Giovanni, dovranno presentarsi il 27 febbraio davanti al giudice del Tribunale di Monza per l'udienza preliminare. A chiedere il loro rinvio a giudizio è stata il sostituto procuratore della Repubblica di Monza Stefania Di Tullio, il magistrato che era di turno quando i militari hanno arrestato papà e mamma per resistenza a pubblico ufficiale dopo che, al loro intervento, i genitori, ma anche la figlia minorenne, li hanno aggrediti a calci e pugni.

I carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Monza erano stati chiamati da alcuni residenti di via Papini a Monza che sentivano urla e strane invocazioni provenire dalla casa dei vicini. Quando i militari si sono fatti aprire la porta dell'appartamento, hanno trovato la coppia in stato confusionale insieme anche alla figlia minorenne. In una stanza, adibita a spazio di un rituale secondo l'accusa di tipo satanico e con le finestre sigillate con del nastro adesivo nonostante il caldo torrido estivo, erano presenti numerosi barattoli di solventi sparsi ovunque, che lasciavano presupporre che la famiglia si fosse drogata ‘sniffando’ solventi.

Alla vista dei carabinieri la coppia aveva reagito in modo violento, aggredendoli, spalleggiata anche dall'adolescente. Per i genitori della ragazzina era scattato l'arresto con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale (a cui ora si sono aggiunte anche le altre accuse) e il ricovero in ospedale, mentre la figlia è stata affidata ai servizi sociali.

di Stefania Totaro