Brugherio (Monza), 27 gennaio 2104 - «Erano sempre insieme, da quando era in pensione lui faceva tutto con la moglie. Dava l’impressione di essere geloso ma nessuno avrebbe mai pensato sarebbe arrivato a un gesto del genere». In via Bindellera i vicini di casa di Vincenzo Zarba e Lucia Bocci sono sconvolti e increduli. Vincenzo, 63 anni, in pensione dopo aver chiuso una impresa edile individuale, sabato sera ha ucciso la moglie - Lucia Bocci, casalinga di 56 anni - con un coltello da cucina.

Una serie di fendenti all’addome e un colpo alla testa con un martelletto da muratore. Poi, dalla camera da letto al primo piano della villetta bifamiliare, è sceso in cantina per togliersi la vita impiccandosi con del filo di ferro agganciato a una vite appesa al muro. Accanto al suo corpo un biglietto in cui, in maniera confusa, accuserebbe la moglie di averlo tradito. «Lei era una signora che si faceva notare, una bella donna - racconta un vicino di casa -. Lui era geloso, è vero, ma era perché voleva un gran bene alla moglie».

Una coppia che, almeno all’apparenza, sembrava serena e tranquilla. Nessun problema economico, una villetta ordinata, il prato e le piante ben curati, un chiosco in ferro battuto in giardino, un’altalena verde per far giocare i nipotini, una telecamera puntata sul cancelletto pedonale e sotto il numero civico una targa in ceramica dipinta con i cognomi della coppia e due rami di glicine.

«Erano bravissime persone, non riusciamo a capire cosa possa essere successo, anche perché come si fa veramente a entrare nelle case delle persone per sapere effettivamente quali erano i loro rapporti», si domandano i vicini. Comunque «non li abbiamo mai sentiti litigare, solo lei ogni tanto alzava la voce quando doveva far stare buoni i nipoti, i bambini dell’altra figlia, la più piccola, Manuela. Nient’altro. Erano due persone cordiali e due nonni felici».

Quando si è consumata la tragedia, sabato sera, la coppia che vive nell’altra metà della villetta bifamiliare non era in casa: «Non usciamo praticamente mai, e invece sabato sera siamo andati fuori, non sappiamo cosa possa essere successo». Ieri mattina hanno visto la macchina dei carabinieri: «Abbiamo temuto che potesse essere successo qualcosa al figlio Marco, un incidente stradale il sabato notte - continuano -, invece è stato poi lui direttamente, quando siamo scesi in strada, a dirci che cosa aveva trovato in casa».
 

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