Agrate Brianza, 23 gennaio 2014 - Protestano i lavoratori della Micron contro i 223 licenziamenti  annunciati dalla multinazionale americana delle memorie.  Dalle 9 i 500 dipendenti  dell’azienda, divisi tra Agrate e Vimercate, si sono radunati davanti allo stabilimento in via Olivetti 2, ad Agrate,  dove ha sede anche la STMicroelectronics da dove ha avuto inizio la vicenda, dopo  la decisione di cedere il settore delle memorie, prima alla Numonyx e tre anni fa alla Micron. I sindacati hanno proclamato uno sciopero non-stop di due giorni. Domani, parteciperanno al presidio di otto ore anche i lavoratori della ST di Agrate e di Cornaredo a sostegno della lotta dei colleghi di Micron.

“Diciamo con forza di “no” ai licenziamenti da parte di Micron e ribadiamo che è inaccettabile il suo piano di esuberi presentato in occasione dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico”, fanno sapere i manifestanti  in via Olivetti.  L’azienda lunedì, che in Italia occupa 1.028 persone, ha aperto  la procedura di mobilità, cioè del licenziamento collettivo, per 419 persone, di cui 223 nelle sedi di Agrate e Vimercate dove lavorano 476 persone.  In Brianza dunque sarà tagliato quasi il 50% della forza lavoro, tra ricercatori, amministrativi e commerciali.

La scelta della Micron è ancora più deplorevole visti gli ottimi risultati finanziari che questa sta realizzando già dal 2013”, dicono Angela Mondellini e Gigi Redaelli,  segretari generali della Fiom e  della Fim  Brianza. E aggiungono: “Riteniamo un vero e proprio atto di pirateria il comportamento della multinazionale che acquista un sua competitrice, la spoglia di brevetti e del portafoglio clienti e dismette tutto in soli tre anni, scaricando sulle spalle delle lavoratrici, dei lavoratori e della comunità, il peso sociale di tali scelte scellerate”.