Vimercate, 20 gennaio 2014 - Si è concluso in maniera negativa l'incontro svoltosi oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico sul caso Micron. La multinazionale americana, riferisce la Fismic in una nota, ha dichiarato di voler far partire gia' da domani la procedura di mobilita' per 420 persone, il 40% della forza lavoro dell'azienda. "La Micron, che aveva gia' ridimensionato la propria forza lavoro da circa 3.200 a 1.100 unita' nell'anno appena trascorso, ha annunciato di voler procedere con il licenziamento di ulteriori 500 persone in Italia, che rappresentano un altro taglio del 50% circa di personale: 128 su 324 dipendenti a Catania, 223 su 507 tra Agrate e Vimercate, 53 su a 131 a Napoli, 17 su 92 ad Avezzano".

Lo ha reso noto il vice segretario nazionale dell'Ugl Metalmeccanici con delega alla microelettronica Luca Vecchio, che insieme ai RSU Giuseppe Puliafito e Domenico Anfuso ha partecipato ad un incontro nella sede del Ministero dello Sviluppo economico. "Da oltre quattro anni - continuano i due sindacalisti - lanciamo grida di allarme sulla temuta delocalizzazione di Micron dal nostro Paese e nonostante gli ultimi avvenimenti - ricordiamo la cessione dello stabilimento di Avezzano, lo stop produttivo ad Agrate e lo spostamento di alcune attivita' del design center di Catania negli Stati Uniti - a nulla sono servite le richieste d'intervento alle istituzioni, in particolare quelle rivolte alla Regione siciliana".

"La multinazionale americana, tutt'altro che in crisi - spiega Vecchio - ha acquisito nel 2010 le risorse e i brevetti dei lavoratori italiani provenienti da Numonyx e adesso intende scaricarli senza un valido motivo. Micron, infatti, occuperebbe, secondo IHS Inc, il quarto posto nella classifica mondiale delle aziende di semiconduttori, dopo Intel, Samsung e Qualcomm. Pertanto, non possiamo rassegnarci all'idea che la societa' statunitense possa lasciare il nostro paese senza scrupoli, abbandonando nella disperazione centinaia di famiglie".