Vimercate (Monza), 10 gennaio 2014 - Si fa in fretta a dire coppie di fatto uguale ad unioni omosessuali. A guardare le iscrizioni nel registro delle «unioni civili» di Arcore e Vimercate non pare proprio sia così. Ad Arcore, dove l’albo esiste dal 17 aprile 2013, risultano iscritte due coppie ambosesso, una con figli. Sono persone di mezza età che convivevano da più di un anno. La prima registrazione è datata 12 settembre 2013, la seconda 21 settembre 2013. Per iscriversi hanno dovuto consegnare nell’ufficio segreteria del sindaco un modulo dove dichiarano di volersi bene. In burocratese si chiama: «coabitazione con vincoli affettivi». A Vimercate a Spazio Città si sono presentate 6 coppie, tutte eterosessuali, formate da persone con età comprese fra 24 e 59 anni. La prima iscrizione è del 31 maggio 2013 l’ultima del 15 novembre. La prima riflessione che viene da fare è che i partner omosessuali, che pure esistono ad Arcore e Vimercate, hanno preferito restare nascosti. Non ufficializzare la loro unione con un atto pubblico, che è bene dirlo non corrisponde alle unioni civili, omosessuali o etero, che in molti paesi europei attribuiscono gli stessi diritti delle due persone sposate.

Mariasole Mascia, l’assessore alla Cultura di Vimercate, azzarda un’interpretazione: «Le coppie omosessuali in Italia sentono di non avere una sufficiente tutela giuridica per uscire allo scoperto. Non avvertono di vivere in una società pronta a riconoscere l’amore omosessuale, da molti ancora vissuto come un tabù. Noi nel nostro piccolo, come altri comuni italiani, abbiamo voluto dare un input al cambiamento culturale. Abbiamo solo utilizzato gli strumenti che il legislatore ci mette a disposizione. «Ci siete?», abbiamo voluto dire. «Siamo pronti a riconoscere la vostra unione». Mi piacerebbe che almeno una coppia omosessuale cogliesse questa possibilità». «Il nostro è stato un atto di grande forza simbolica – ricorda la sindaca di Arcore Rosalba Colombo - Fuori dall’ideologia, si avverte l’esigenza di una legge che regolamenti le unioni civili, come è avvenuto in molti paesi europei. Serve una legge dello stato che dia dignità e diritti alle cosiddette coppie di fatto. Credo sia una conquista di civiltà. Quello che vale è il legame affettivo, la cura reciproca». Il registro comunale delle coppie di fatto non è però una mera iscrizione su un foglio di carta. Qualche diritto lo dà. Come per esempio accedere alla graduatoria pubblica per l’assegnazione della casa. Il consiglio comunale di Vimercate ha anche approvato, l’anno scorso a giugno, un nuovo regolamento che riguarda la vita eterna e permette anche ai non-sposati, ma iscritti nel registro, di essere sepolti in tombe affiancate o nello stesso loculo.

di Antonio Caccamo