Monza, 16 dicembre 2013 - «Metti queste in borsa prima che ci arrestano tutti e tre...prima...mi manca...». Giancarlo Sangalli è chiuso nella sua Golf insieme a Roberto Malegori e Antonio Esena. Malegori è amministratore di fatto della società Malegori comm. Erminio che in associazione temporanea d’impresa con Sangalli si è aggiudicata l’appalto per la manutenzione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, la custodia e la sorveglianza dei cimiteri di Monza. Esena, invece, è un geometra del Comune incaricato di verificare la regolarità nell’esecuzione del contratto d’appalto. Sono in macchina, in uno dei viali del cimitero di via Foscolo. Un incontro voluto da Sangalli per la consegna di una mazzetta di 1.500 euro a Esena perché tacesse sul mancato rispetto degli accordi previsti dall’appalto. Prima dell’appuntamento al camposanto i finanzieri intercettano una conversazione fra Giancarlo Sangalli e la figlia Patrizia: «Mille e cinque allora a sguerch (secondo gli investigatori si tratta di Esena visto il suo strabismo)...glieli do domani?». Patrzia: «Sì». E infatti il giorno seguente, era il 7 luglio del 2012, fallito il tentativo di convocare il geometra del Comune negli uffici della Sangalli in via Fermi, il ritrovo è al cimitero. Sangalli consegna una busta a Esena e lo esorta a nasconderla bene, «...altrimenti ci arrestano tutti e tre».

Anche l’esclamazione di Malegori conferma la delicatezza della situazione: «...Oh...osti...». La chiacchierata prosegue poi sui costi della tangente: «...ma adesso con i tagli da...Roberto...quei tagli che fa Monti mica è meglio tagliare un po anche qua...», sostiene Sangalli. Malegori: «Tagliare un po ancher qua...eliminare». Sangalli: «Sì, ma no...te...ma io ti ho caricato per quello per darmi una mano». Esena ribatte: «...dove lo trovi un altro come me...uno che ti, vi vuole bene come vi voglio bene io». Esena era l’uomo chiave in quell’appalto che il gruppo d’imprese Sangalli-Malegori-Dugoni si era aggiudicata per 3 milioni e 160mila euro con un ribasso del 10.2% sulla base d’asta.

L’altro candidato, il Consorzio nazionale servizi, aveva effettivamente presentato un’offerta economicamente più vantaggiosa ma la Sangalli (come società mandataria dell’associazione temporanea d’impresa) si è aggiudicata l’appalto acquisendo maggiori punteggi con l’indicazione della parte tecnica (mezzi e numero di addetti impiegati). E i costi maggiori venivano recuperati attraverso la corruzione di Esena che avrebbe dovuto essere il pubblico ufficiale destinato al controllo dell’effettivo impiego delle risorse indicate. I registri venivano «taroccati» per coprire le inadempienze con il pagamento sicuramente della tangente di 1.500 euro e di un’altra di 2.500 euro. Esena consegnava i registri a un dirigente della Sangalli, Piergiorgio Ubbiali, che poi li avrebbe dovuti portare in ufficio a Patrizia Sangalli per sistemarli. Una circostanza imbarazzante come confermato dalle parole di Patrizia a Ubbiali: «...che poi se ti vedono venire qua con...non è che sia proprio bello. Ti fermano la Guardia di Finanza, ma dove vai tu con il fascicolo del Comune in mano...se vogliamo dirla tutta è una c...tripla».

di Marco Galvani