di Marco Dozio

Villasanta, 10 ottobre 2013 - Pareva una fronda, rispettabile, ma pur sempre marginale. E invece è cresciuta, fino a diventare maggioritaria. Fino a conquistare il 70% dei 260 lavoratori Form di Villasanta. Contrari all’accordo siglato 3 settimane fa da Fim Cisl e Fiom Cgil, quello che apre le porte alla Cesare Albertini di Turate, l’unico potenziale acquirente disposto a rilevare i 3 siti del gruppo attualmente in amministrazione controllata (Villasanta, Cormano e Quero) senza licenziare nessuno dei 660 dipendenti. Un dissenso messo nero su bianco attraverso una petizione che ha fatto il pieno di firme. Raccogliendo l’adesione del 70% delle maestranze villasantesi, preoccupate per una presunta fragilità economica di Albertini. E quindi orientate verso le offerte dei vicentini Vei e dei pescaresi Raicam, interessati a investire su Villasanta e Quero.

Ancora una volta si profila una guerra tra operai cormanesi e villasantesi che già a luglio ha fatto naufragare l’ipotesi di vendita a Vei, all’epoca l’unico interlocutore ritenuto credibile dal Ministero. Poi è successo che sono cambiate le condizioni del bando, che il Governo ha reso possibile lo «spacchettamento», l’acquisizione della singola fabbrica. Ma i sindacati più rappresentativi, Fim e Fiom, hanno condotto una trattativa privilegiando il compratore che sulla carta garantisce gli attuali livelli occupazionali. Il loro assenso è vincolante ai fini del benestare ministeriale, così prescrive il bando. Dario De Gennaro, sindacalista del Sinpa (Sindacato Padano) è uno dei 2 rappresentanti della Rsu, insieme a un dissidente della Fim, che ha sostenuto la raccolta firme. Racconta di aver subito minacce telefoniche dopo l’articolo de «Il Giorno» uscito il 4 ottobre, quello che ha descritto l’esistenza della fronda: «Abbiamo chiesto a Fim e Fiom di sottoscrivere le 3 offerte, Albertini, Vei e Raicam, per consentire al commissario e al Ministero di valutare la migliore proposta. Il parere dei lavoratori del sito di Villasanta è stato ignorato. Un gruppo finanziario come Vei e una solida azienda come Raicam avrebbero assicurato ben altre garanzie economiche». La tensione è alta, in fabbrica e durante gli incontri con i colleghi di Cormano: «Sono stato insultato, ma noi andremo avanti. Va detto che Fim Fiom non ci hanno fatto votare sull’accordo con Albertini, sapendo come sarebbe finita». Gabriele Fiore della Fim ed Elena Dorin della Fiom, difendono l’operato dei rispettivi sindacati: «L’accordo può essere firmato con una sola azienda e come organizzazioni sindacali abbiamo il dovere di privilegiare chi propone una salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Il piano industriale di Albertini è stato verificato. Abbiamo dovuto guardare al quadro generale, ragionando sui complessivamente sui 3 stabilimenti».