Desio, 22 settembre 2013 - Bagno di folla per la manifestazione contro la realizzazione di Pedemontana. Oltre mille le persone, tra cittadini e i militanti di quaranta associazione hanno marciato per le vie di Desio per l’evento “No alla Pedemontana”. Grande coinvolgimento delle forze dell’ordine. Un vero schieramento di camion della Polizia e dei carabinieri avanti e alla fine del lunghissimo corteo. Oltre i militari  che camminavano vicino ai diversi gruppi e cittadini. Gli agenti della polizia locale hanno veicolato il traffico al passaggio della manifestazione. Dopo la conferenza stampa di lunedì 16 settembre tenutasi a Desio, i comitati che hanno una grande mobilitazione popolare per chiedere lo stop alla realizzazione della Pedemontana. I numeri parlano chiaro.

A fronte di una situazione viabilistica e ambientale ormai al collasso (per rimanere a Meda, il Pm10 ha superato il valore limite ben 110 volte nel 2012 con picchi 4 volte superiori alla media europea), che cosa hanno fatto Regione Lombardia e Provincia per invertire la tendenza alla progressiva e inesorabile infrastrutturazione stradale dell’intero territorio lombardo? “Noi diciamo no e chiediamo aiuto a tutti i sindaci – dice Biagio Catena portavoce del Comitato dei beni comuni di Monza Brianza-. Il costo di Pedemontana è previsto per 8-10 miliardi di euro ma le stime, ad opera conclusa arrivano a 10 miliardi . Non è possibile che fiumi di danaro pubblico finiscano tutti per le grandi opere . Cemento, cemento e basta! A fronte di 3.528 chilometri di strade, le ferrovie raggiungono appena 292 chilometri, confermando così un modello di sviluppo che vede il 92% delle merci e delle persone spostarsi su gomma, più un 30% rappresentato dal traffico di attraversamento. In un quadro generale di questo genere, la produzione di polveri sottili, smog e anidride carbonica si fa sempre più insostenibile, con il rischio, purtroppo non così remoto, che la popolazione sperimenti i frutti di questo modello a suon di malattie e di tumori.

Urla, striscioni, manifesti anche per sottolineare da parte del gruppo Cives Seveso e Legambiente che è un'opera inutile, costosa e pericolosa perchè, tra le altre cose, aggrava, sullatratte B2 e C, il rischio diossina, conseguenza del disastro dell’Icmesa del 1976 e ancora presente nel terreno; acuisce i pericoli dovuti all’intensificarsi del traffico, specie in prossimità di accessi e svincoli, diventando una gigantesca calamita di traffico automobilistico; minaccia le ultime aree libere, verdi, boschive e agricole, zone non bonificate,  gravi danni all’interesse pubblico poiché si utilizzano in quest’opera risorse economiche che dovrebbero essere utilizzate per le scuole, la sanità, la salvaguardia del territorio e la salute; scavalca e umilia le popolazioni locali il cui diritto di decidere del proprio futuro  per la salute di chi vive in queste aree.  La Provincia di Monza Brianza, che solo di suo gestisce 50 linee su gomma, anziché elaborare progetti per una concreta riduzione del traffico, ha speso 26 milioni in rotonde stradali e non ha investito neanche un euro per la mobilità sostenibile.

Dito puntato da parte del Partito Comunista dei Lavoratori contro l’opera: "Questi fiumi di miliardi di euro per le grandi opere sono un bel regalo per: finanzieri, proprietari immobiliari, speculatori di ogni risma. Ma non solo. Le grandi opere sono tre: Pedemontana, Tav e Expò 2015 con la loro catena di appalti, sub appalti rappresentano un’ottima opportunità per infiltrazioni della criminalità organizzata e la mafia. Biosogna lavorare per costruire, contro Pedemontana, un vero e proprio movimento di lotta che sappia raggere nel tempo così come ci insegna l’esperienza della val di Susa contro il Tav”.