Giussano, 13 Settembre 2013 - Sette anni di reclusione. E' la richiesta di condanna presentata dal pubblico ministero monzese Donata Costa per Salvatore Mancuso, il 45enne di Giussano imputato in un processo al Tribunale di Monza a vario titolo di spaccio di droga, estorsione, furto e ricettazione insieme ad altre 3 persone: Antonio Robertone di Muggiò, Giuseppe Andolina di Lissone e Massimiliano Rossetti di Gorgonzola, per cui la pubblica accusa ha chiesto condanne fino a 6 anni e mezzo di reclusione. La sentenza dei giudici è prevista per il 26 settembre.

Mancuso (che attualmente si trova detenuto in carcere per un'altra vicenda e che è stato già condannato in primo grado per armi, usura ed estorsione) è ora accusato di avere diretto dalla sua villa a Giussano le sue attività illecite mentre si trovava agli arresti domiciliari. Gli arresti erano scattati nel giugno 2012 da parte dei carabinieri di Desio. Secondo le indagini, iniziate nel novembre 2011, commercianti, imprenditori e liberi professionisti erano costretti a elargire somme di denaro, beni e prestazioni professionali ai propri aguzzini, che agivano in proprio o a nome di Mancuso, accusati anche di attività di spaccio tra Milano e la Brianza. Nel corso dell’operazione, nome in codice «Gateway», erano stati sequestrati due chili di cocaina purissima.

Accuse tutte negate dagli imputati. "Non appartengo a nessuna n'drangheta e traffico di droga, usura ed estorsioni non ne ho mai fatte" - sostiene Salvatore Mancuso. Il 26 settembre sarà discusso, ma al Tribunale per le misure di prevenzione personale e patrimoniale di Monza, il sequestro del patrimonio per un valore di circa 5 milioni di euro tra case, ville, negozi, box, quote societarie e conti correnti di Salvatore Mancuso. Un patrimonio ritenuto dai giudici sproporzionato rispetto al suo reddito. In sequestro preventivo anche la villa dove Mancuso vive con la famiglia.

di Stefania Totaro