Vimercate, 17 settemre 2013 - Le botte, i maltrattamenti proseguivano quotidianamente dallo scorso maggio. Spesso davanti agli occhi del figlioletto di soli 10 mesi. Una brutta storia di violenza domestica, l’ennesima. E un intervento dei carabinieri a suo modo «storico», oltre che provvidenziale. I militari della Compagnia di Vimercate hanno applicato una nuova norma che prevede l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, senza dover attendere il provvedimento formale del magistrato. È il secondo caso in Italia, da quando in agosto è stato varato il decreto anti-femminicidio. Il primo a Legnano, all’inizio di settembre. Ora tocca al Vimercatese, in una località che gli investigatori hanno preferito non rivelare per tutelare la privacy delle vittime. Succede tutto nel fine settimana, quando il grido d’aiuto di una donna rimbalza tra le pareti di un condominio. I vicini ascoltano allarmati. E decidono di non ignorare quella richiesta urlata con voce straziante. Telefonano alle forze dell’ordine segnalando il pericolo imminente, ricordando che i litigi furiosi, per quella coppia problematica, sono tutt’altro che infrequenti.

Lui italiano, 30 anni, con alle spalle piccoli precedenti penali. Lei 31 anni, emigrata dall’Europa orientale in cerca di fortuna. Si erano conosciuti in città e avevano iniziato una convivenza stabile, con la prospettiva del matrimonio, coronata dall’arrivo di un figlio nell’estate del 2012. Tempo qualche mese di tregua e cominciano i problemi, gli scatti d’ira, le liti, gli schiaffi, i lividi, la paura. Quando gli uomini della stazione di Vimercate parlano con quella donna terrorizzata, quando compongono il puzzle attraverso una serie di testimonianze, ecco che il quadro della situazione emerge in tutta la sua gravità. Tanto da dover applicare quella misura d’urgenza sostanzialmente inedita. Il verbale che notifica l’allontanamento ha un effetto immediato e definitivo, salvo eventuali revoche successive.

Dunque il compagno violento è stato costretto a cercarsi un’altra sistemazione la sera stessa. L’ha trovata presso un conoscente di vecchia data, in un altro Comune, sufficientemente lontano da quell’appartamento dove tuttora vivono mamma e bambino. Alla donna è stata fornita tutta l’assistenza del caso, comprese le istruzioni sulla possibilità di presentare denuncia contro il proprio aguzzino. L’incubo, per l’appunto, era proseguito per mesi senza che la vittima avesse mai chiesto aiuto alle forze dell’ordine, mai una telefonata, nulla di nulla. La novità legislativa ha comunque consentito ai carabinieri di imporre l’allontanamento immediato, scongiurando conseguenze peggiori.

di Marco Dozio

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