Monza, 25 luglio 2013 - «Ci sono ancora casi aperti, almeno tre o quattro morti su cui non siamo riusciti a fare luce». Anche se Antonio Pizzi risponde da Bari, dove si trova da 4 anni come procuratore generale, non dimentica i suoi anni in Lombardia. Prima a Busto Arsizio, poi procuratore capo a Monza, nei quali ha fatto luce sul mondo oscuro e tenebroso del satanismo.

Tutto finito?
«All’epoca chiudemmo il cerchio su tre omicidi e una induzione al suicidio ma ci sono alcuni delitti molto simili, morti misteriose, probabilmente riconducibili al gruppo di assassini che furono condannati, ma su cui non siamo riusciti a fare chiarezza».


A Busto Arsizio, quasi 10 anni fa, fu incastrata la cosiddetta setta delle Bestie di Satana, ragazzi che hanno sulla coscienza le morti di quattro giovani: Mariangela Pezzotta, Chiara Marino, Fabio Tollis e Andrea Bontade.
«Ma quando mi trasferii a Monza, mi ritrovai ad aprire il caso di un altro giovane scomparso in circostanze misteriose: Christian Frigerio. Un ragazzo di 23 anni di Carugate svanito nel nulla una sera del 1996. Scoprimmo che era entrato in contatto proprio con le Bestie di Satana».
 

Tornaste anche a scavare
«Almeno due volte, in una chiesa sconsacrata e in un parco».
 

Si racconta che gli scavi furono molti di più...
«Ma non fu trovato nulla... erano passati troppi anni e il terreno era molto cambiato».
 

Anche le testimonianze più inquietanti - una ragazza che aveva conosciuto le Bestie di Satana - non portarono a nulla.
«Ricordo in particolare le parole di quella ragazza: aveva assistito a messe nere, riti satanici terribili; raccontò di sacrifici umani, di prostitute dell’Est massacrate... eppure anche i suoi racconti non portarono a nulla. Avevamo trovato parecchie connessioni tra Christian Frigerio e gli assassini, ma nulla di più. Solo racconti agghiaccianti e labili indizi: quel caso è rimasto insoluto».


All’epoca si parlò di un livello segreto superiore, una Cupola che avrebbe manovrato i ragazzi incriminati...
«Ne avevamo avuto il sospetto nel corso delle indagini, ma alla fine non trovammo nulla: non c’erano elementi che facessero pensare a nient’altro che a un gruppo di sbandati dediti alle droghe».
 

Esiste un problema satanismo?
«Forse non più, però... meglio non abbassare la guardia. I genitori devono stare attenti: mai prendere sotto gamba il comportamento dei figli, elementi come l’uso di pentacoli, croci rovesciate o della cifra 666 (il numero della Bestia secondo l’Apocalisse). Quando un ragazzo finisce in mano a queste persone, ne viene plagiato irrimediabilmente, diventa un automa manovrato da capicorrente che riescono a costringerlo a fare cose innominabili. Bisogna intervenire prima».

dario.crippa@ilgiorno.net