Giussano, 13 marzo 2013 - Un maestro di tennis di Arosio Brianza è finito in manette per il reato di usura ed estorsione per il reato di usura ed estorsione ai danni di una donna di Giussano. Dopo mesi di estorsioni, minacce e violenze la donna decide di denunciare l’insegnante di tennis ai carabinieri.

La signora Marta può ricominciare a vivere serenamente grazie alla sua scelta di chiedere aiuto all'Arma dei carabinieri. Lo scorso settembre la signora 52enne perde il posto di lavoro come segretaria a Milano. Il marito è un fattorino e con dei figli è dura ad arrivare a fine mese. La donna decide di chiedere in prestito 6000 euro ad un conoscente che gli sembra una brava persona. Restano d’accordo che lei mensilmente gliene restituisce un po’ alla volta.  Il comasco concede alla donna il prestito e lei non dice nulla al marito. Ma costui inizia a minacciarla e non sta ai patti. Ogni mese chiede più soldi. Ad un tratto li rivuole tutti. Non solo. Chiede gli interessi, per un importo totale di 30 mila euro.

La donna è disperata, ma in silenzio cerca di risolvere la tremenda situazione in cui è scivolata. L’insegnante di tennis, sposato e all’apparenza una brava e rispettata persona passa dalle minacce verbali a quelle fisiche. Addirittura picchia la signora durante l'ennesima richiesta di danaro, terrorizzandola e pretendendo che la vittima dello strozzinaggio sottoscriva cambiali per un importo di 30 mila euro. A quel punto la donna disperata  e terrorizzata dalle minacce di  violenza da parte dell'uomo si rivolge ai militari della stazione di Giussano.

Insieme, carabinieri e la vittima di estorsione ed usura studiano un piano per incastrare lo sportivo incensurato. La signora Marta chiama il suo aguzzino e fissa un appuntamento. Nell’occasione, monitorata dai militari gli consegna dei soldi con all’interno banconote civetta.  A quel punto gli uomini dell’Arma con le prove schiaccianti arrestano il  maestro di tennis per il  reato di usura ed estorsione L’uomo è agli arresti domiciliari in attesa della decisione dell’autorità giudiziaria.

di Sonia Ronconi