Monza, 16 febbraio 2013 - C'è una strada costata più di 6 milioni di euro ma incompiuta perché manca l’ultimo tratto, 300 metri che tengono in scacco ormai da 14 anni la tangenzialina dell’ospedale.
Ma la strada ferma al primo dei due sottopassi previsti nel tratto monzese non è l’unico spreco del cantiere infinito della sp6 Monza-Carate. Accanto alla striscia d’asfalto del cantiere lumaca ci sono anche i terreni dove da un decennio sono depositate le travi per la realizzazione della mini-galleria: materiale ancora utilizzabile ma che giace abbandonato sotto le intemperie, rischiando di andare perduto. E che soprattutto costa, anche se abbandonato.
 

I conti di questo spreco nello spreco li ha fatti Francesco Avanzini di «Cittadini Attivi», storico promotore della battaglia per il completamento dell’opera, che ha trovato il sostegno del Pd in Consiglio provinciale. Il caso infatti è stato sollevato di nuovo dal capogruppo democratico Domenico Guerriero, che ha chiesto conto dello spreco all’assessore ai Lavori pubblici Francesco Giordano con un’interrogazione.
 

I numeri parlano chiaro. L’appalto dell’opera risale al 1989 su iniziativa della Provincia di Milano. Costo complessivo 6 milioni e 197mila euro, oltre a 204mila euro di espropri, con un mutuo acceso all’epoca per 7 milioni e 624mila euro. Nel frattempo i Comuni di Monza e Lissone hanno anticipato un milione di euro ciascuno, cui si aggiungono 10mila euro versati da Vedano. «Il materiale accatastato è costato 350mila euro - spiega Avanzini -. Si tratta di travi realizzate dalla ditta Rivoli di Rivoli Veronese, che in un sopralluogo ha accertato che potrebbero essere ancora utilizzabili, tranne quelle in superficie, che andrebbero trattate». Tenerle nell’area vicina al cantiere (il terreno è del mobilificio Sb di Saibene) non è costato poco: fino al 2006 il deposito è stato a carico dell’impresa costruttrice, ma poi l’onere è passato prima a Palazzo Isimbardi e poi alla Provincia di Monza e Brianza, con prezzi passati da 9.600 a 11mila euro l’anno, per una cifra complessiva di 84mila euro.
 

Intanto il passaggio dei finanziamenti dalla Provincia di Milano a Palazzo Grossi non è ancora avvenuto, mentre l’opera è stata sottoposta una una nuova verifica: «Oggi per terminare i lavori serviranno dagli 8 fino ai 15 milioni, molti più dei 9 offerti dall’assessore milanese De Nicola - denuncia Avanzini -. E se poi i soldi non arrivassero?La parte del progetto già realizzato è in un vistoso grado di deterioramento e l’opera è diventata rifugio per drogati. L’unico risultato ottenuto dalla Provincia di Monza è la realizzazione dell’illuminazione della rotonda che porta alla Valassina».
 

Per il Pd, che ha riaperto la questione in aula, non si può più perdere tempo. «Ci sono numeri che fanno rabbrividire per i costi che stiamo sostenendo per un’opera che non si sa se si concluderà - dice il capogruppo Guerriero -. Già la Provincia ha un bilancio ridotto all’osso, si tratta ora di fermare tutte le opere e completare quella più importante, visto che abbiamo sulla testa la spada di Damocle della scadenza nel dicembre 2013. Si tratta di lasciare almeno un’opera compiuta prima di andare a casa».
A far temere per le sorti dell’opera c’è l’aggiornamento del progetto: «È emerso che realizzare il tunnel costerebbe molto di più del previsto», aggiunge Guerriero. Anche il tentativo di mettere parte dell’opera a carico di Pedemontana come intervento di completamento della rete viaria è fallito. «In quell’ipotesi il tunnel è sparito e si parla di una soluzione a raso - conclude il capogruppo dell’opposizione -. Oltre al danno economico, per quell’area già congestionata dal traffico, sarebbe una beffa».

di Monica Guzzi