Monza, 24 Gennaio 2013 - Il fallimento della Bburago arriva a processo al Tribunale di Monza. Oggi si è aperto il dibattimento per bancarotta fraudolenta della storica fabbrica di modellini di Burago Molgora dichiarata fallita nel 2005. Stralciata la posizione di Marco Besana (figlio del Cavaliere Mario Besana, il patron della Bburago che ha portato la Brianza nel mondo, imputato a sua volta ma deceduto nel 2009), in qualità di amministratore delegato della spa, che ha scelto il processo con il rito abbreviato, alla sbarra restano 4 imputati, a loro volta membri del consiglio di amministrazione o del collegio sindacale della società, Carlo Tanzi, Carlo Acquani, Piermario Brambilla e Giuseppe Meroni, che si protestano innocenti. Dopo l'ammissione delle prove, il processo entrerà nel vivo il 4 aprile con le testimonianze dei curatori fallimentari, che si sono costituiti anche parti civili al processo a favore dei creditori.

Altri 4 imputati di bancarotta fraudolenta hanno già patteggiato con un risarcimento dei danni di 1 milione di euro all'udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale di Monza Claudio Tranquillo: Luigi Perego e la moglie Franca Luison, in qualità di membri del collegio sindacale della società (hanno concordato rispettivamente la pena di 2 anni e 10 mesi e di 2 anni con la condizionale) e anche due amministratori di altre società collegate. Gli imputati sono accusati dal pm Walter Mapelli di avere sottratto ai creditori i beni della Bburago nel disperato tentativo di salvarla.

Sono passati 7 anni da quando erano scattate le ordinanze di custodia cautelare eseguite dalla Guardia di Finanza. Dopo la perdita dell'azienda, per il Cavaliere e i suoi figli e collaboratori erano arrivati anche i guai giudiziari. In carcere era finito Marco Besana e agli arresti domiciliari per motivi di salute Luigi Perego. Proprio colui che nel 2004, con un esposto, avrebbe segnalato le prime, presunte, irregolarità mentre, secondo la Procura, parallelamente aveva invece dato al Cavaliere precise indicazioni sul "salvataggio" della Bburago sottraendo beni e patrimonio ai creditori.

Per questa vicenda è già stato condannato a 6 anni di reclusione in primo grado per riciclaggio e appropriazione indebita l'avvocato Gianpietro Rausse, 61 anni, di Milano, che in concorso con il Cavaliere, aveva trasferito 6 milioni di euro della società su conti off-shore. A puntare il dito contro Rausse era stato in punto di morte proprio il Cavaliere, secondo cui l'avvocato lo aveva convinto a portare oltreconfine il 'tesoretto' rifiutandosi però poi di restituirlo accampando scuse quando Mario Besana gliene aveva fatto richiesta.

di Stefania Totaro