di Antonio Caccamo

Agrate Brianza, 11 gennaio 2013 - Sarà l'ingrosso cinese più grande d’Europa. Così spiega il grande cartellone che si incontra lungo la strada che da Agrate porta a Carugate. Qui una volta c’era la vecchia fabbrica chimica dell’Uquifa, la multinazionale inglese che tre anni fa ha lasciato a casa 80 dipendenti per trasferire la produzione in Spagna. Dopo gli inglesi tocca ai cinesi. Cina mercato Srl, insieme ad Aumai Spa (con 27 market in Italia), costruirà un megastore per 220 espositori della terra del Dragone più ristorante, bar, massaggi e parrucchieri. Il Comune incasserà 12,3 milioni di euro.

Tanti soldi. E tutti in una volta: «Quanti una volta ne entravano nelle casse comunali in cinque anni per oneri di urbanizzazione — spiega il sindaco Ezio Colombo, del Pd — Oggi invece, con la crisi dell’edilizia, in un anno incassiamo poco più di 800 mila euro». E pazienza se ieri gli 007 italiani hanno segnalato al Governo e al Copasir il rischio che i cinesi approfittino delle difficoltà finanziarie dei comuni per fare speculazioni immobiliari. Gli analisti del Dis (Dipartimento informazioni per la sicurezza) hanno segnalato l’interesse di operatori cinesi per il recupero dell’ex area Falck di Sesto San Giovanni: un milione di metri quadrati da edificare e quattro miliardi di euro di investimenti. Un progetto definito di interesse dalla stessa Repubblica popolare cinese, il cui sviluppo è seguito dal consolato cinese a Milano.

L’allarme lanciato dagli 007 non è grande novità per il sindaco Colombo: «Tutti ormai sanno che i cinesi comprano dappertutto. In America, come in Europa. Non c’era certo bisogno che lo dicessero i nostri servizi segreti. Ho letto che la Cina sta trattando, attraverso il Fondo sovrano, l’acquisto del 10% di Mercedes». Ad Agrate, giura: «Nessuna speculazione. L’ingrosso è lontano dalle case e sorgerà vicino a uno scincolo autostradale.

In più bonificheranno la vecchia fabbrica chimica. Un’area verde non gliela avrei certo data». Contro il progetto però ha tuonato Giuseppe Meregalli, il presidente dell’Unione commercianti di Monza, a cui aderiscono i negozianti agratesi, che teme un’invasione di prodotti della terra del Dragone. Anche la provincia di Monza e Brianza ha contestato la variante urbanistica. Ora sul megastore si abbatte l’ira della Lega Nord di Agrate e della vicina Carugate. Roberta Ronchi, capogruppo dei lumbard carugatesi, è già all’attacco: «preoccupa l’impatto che questo nuovo centro avrà sul traffico, sulla viabilità e sul commercio locale. Ma dei danni che questo progetto provocherà la sinistra di Agrate se ne frega, Non ci sta a passare per menefreghista il sindaco Colombo: «La Lega dovrebbe più preoccuparsi delle politiche regionali che negli anni hanno autorizzato 3 milioni di metri quadrati di commerciale non alimentare alla grande distribuzione. Questi si che mettono in crisi i negozi di vicinato. Mentre ad Agrate parliamo di una realtà commerciale solo all’ingrosso di 32mila metri quadrati».