Milano, 21 novembre 2012 - C'erano dei monili, tra cui anche una collana, accanto alle ossa ritrovate in un campo in Brianza. Un elemento decisivo, secondo gli inquirenti, per attribuire i resti a Lea Garofalo, la pentita di 'ndrangheta sequestrata e uccisa la notte tra il 24 e il 25 novembre 2009. Stando ai primi riscontri le ossa apparterrebbero ad un corpo femminile e, confida un investigatore, c'è una "elevatissima probabilità" che si tratti proprio della Garofalo. Il ritrovamento è avvenuto circa un mese fa.

E' una svolta nella ricostruzione delle ultime ore della collaboratrice di giustizia. La donna, che si pensava fosse stata uccisa da colpi di pistola e poi sciolta nell'acido, sarebbe stata invece strangolata e poi bruciata dai suoi killer. Nell'aprile scorso, Carlo Cosco e i fratelli Vito e Giuseppe, così come Rosario Curcio, Massimo Sabatino e Carmine Venturino, erano stati condannati all'ergastolo per questa vicenda. Vi sono poi state novità nelle indagini che hanno permesso agli investigatori di mettersi sulle tracce dei resti della Garofalo. In vista del processo d'appello, la data del quale non è stata ancora fissata, non dovrebbe cambiare nulla a livello di impianto accusatorio e di responsabilità degli imputati.