Desio, 27 ottobre 2012 - Alla fine dopo quattro ore di discussione il piano industriale dell’inceneritore è passato con l’approvazione della maggioranza. Ha votato contro solo il sindaco di Desio Roberto Conti, in tre si sono astenuti, Provincia, Muggiò e Lentate. La riunione dei sindaci dei Comuni soci di Brianza Energia Ambiente sul progetto di potenziamento del termovalorizzatore di via Agnesi era cominciata nel pomeriggio.

Un piano che, appena è stato «scovato», ha suscitato subito un mare magnum di critiche, con un fronte del «no» cresciuto di giorno in giorno: gruppi politici, esperti, comitati di Desio e di tutto il circondario, cittadini. Un’opposizione che prima dell’arrivo dei sindaci nella sede di Bea si è fatta sentire, con un presidio promosso dal Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza. «A Desio si vuole rifare un forno per bruciare 80.000 tonnellate: un mostro enorme che non sappiamo cosa mangerà - dice Biagio Catena Cardillo del Comitato -. O meglio lo intuiamo, i rifiuti di tutta la provincia e della regione, perchè gli undici comuni componenti del consorzio Bea non riusciranno mai a raggiungere quelle quantità anche con la convenzione capestro prodotta dalla dirigenza del forno».

«Bea - spiega il Sel di Monza e Brianza - sta proponendo ai sindaci di continuare a utilizzare il vecchio inceneritore, potenziandolo a 92.000 tonnellate annue, con un costo di 32 milioni di euro. Attualmente i comuni soci conferiscono rifiuti per sole 38mila tonnellate e 27mila vengono reperite altrove. Bea prevede l’aumento dei rifiuti inceneriti come requisito necessario per coprire tutti gli investimenti chiesti ai comuni. La pratica della differenziata ha ridotto il ricorso all’incenerimento e prevedere un piano che trova il pareggio economico, attraverso la maggiore quantità di rifiuti smaltita con l’incenerimento, rischia di esporre a un forte rischio i Comuni. Una scelta di questo genere provoca la “caccia” al rifiuto oppure ad allentare l’attenzione e l’impegno sulla raccolta differenziata».

Bea per potenziare il forno deve trovare capitali e il piano industriale prevede che vengano recuperati da privati, costituendo una nuova società di gestione, con il 40% al capitale privato. I nuovi capitali freschi, vincoleranno inoltre, i comuni soci, per i prossimi 20 anni.
«Un meccanismo aberrante - lo definisce Gianmarco Corbetta del Comitato per l’Alternativa al nuovo Forno -. Tale situazione ucciderebbe sul nascere qualsiasi evoluzione virtuosa del sistema di gestione dei rifiuti della nostra zona e di conseguenza impedirebbe qualsiasi risparmio economico per le tasche dei cittadini».

«Chiediamo ai Comuni soci di Bea – prosegue - di riconvertire il forno in un impianto di gestione a freddo del rifiuto residuo, dando così vita a una seria politica di gestione dei rifiuti rispettosa dell’ambiente, della salute e delle tasche dei cittadini. Chiediamo inoltre che le stesse amministrazioni comunali provvedano a sfiduciare il Cda di Bea. Il solo fatto di aver formulato questa proposta è gravissimo». Grande preoccupazione e fermo no anche da parte dei Comitati di quartiere di Desio. E anche il Pd desiano boccia il piano: «Oltre che di difficile sostenibilità economica - dice il segretario Giorgio Gerosa -, è in contrasto con la politica “rifiuti zero” verso cui ogni amministrazione responsabile dovrebbe tendere».