Lissone, 20 ottobre 2012 - Sempre di più i pendolari, sempre gli stessi i treni, ormai nettamente insufficienti per la mole di persone che parte dalla stazione ferroviaria di Lissone. Praticamente ogni mattina ci sono viaggiatori che non riescono a salire sulle carrozze, troppo poche e troppo affollate quando arrivano nello scalo cittadino. Gli utenti sono esasperati, per una situazione che specialmente nelle ore di punta del mattino, tra le 7.30 e le 8.30, raggiunge vette insostenibili.

 L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’inizio dell’anno accademico nei diversi atenei milanesi, con il conseguente aumento dei viaggiatori: già l’altra mattina metà della gente in attesa della corsa delle 7.59 non è riuscita a prendere il treno ed è rimasta a piedi. Contro il ripetersi continuo di questi disagi protesta anche il sindaco Concetta Monguzzi, che ha scritto ai vertici delle Ferrovie per chiedere interventi immediati, suggerendo pure alcune soluzioni concrete. Anzitutto, quella di «prevedere la fermata a Lissone del treno in partenza da Como alle 7.42», come anche «dei treni regionali provenienti da Chiasso, in partenza alle 7.06».


«La massima criticità - spiega Monguzzi - si raggiunge con l’arrivo del treno delle 7.59 a Lissone, al quale segue subito il treno diretto per Milano Centrale in partenza da Como alle 7.42. Già ora entrambi i treni portano sempre un ritardo cronico. Soltanto con la sicurezza di un’ulteriore opportunità di poter salire sul treno vengono meno i disagi per i pendolari lissonesi, fra i quali un buon numero prende la coincidenza a Monza per andare a Milano Centrale». Queste modifiche servirebbero «per evitare problemi di ordine pubblico e scongiurare possibili disagi dovuti a panico e sovraffollamento». Non sono state poche le volte, infatti, in cui i viaggiatori hanno bloccato infuriati i treni sui binari.
 

«Lissone è l’unica stazione nel raggio di 20 chilometri da Milano a non essere servita da collegamenti aggiuntivi nell’ora di punta del mattino, nonostante sia la stazione più critica in termini di affollamento - sottolinea il sindaco -. Nelle ultime settimane, come puntualmente avviene ogni anno, si sono presentati grossi problemi di affollamento. È sufficiente un piccolo ritardo, una vettura in meno, qualsiasi problema tecnico per mettere in ginocchio una situazione che è sempre più precaria». «Il rischio è quello di arrivare alla paralisi», scrive Monguzzi, perché già oggi «si contano circa 120 persone in piedi per vettura, oltre agli 84 posti seduti, per un totale di oltre 200 persone per vettura e un indice di affollamento superiore al 240 per cento».

di Fabio Luongo