Monza, 30 settembre 2012 - Un viaggio negli archivi del Tribunale di Monza, tra fascicoli sparsi ovunque, sporcizia, topi e piante rampicanti. Al Palazzo di Giustizia di piazza Garibaldi lo chiamano l’arretrato: centinaia di cartoni e faldoni, contenenti i fascicoli di cause e processi già conclusi.

La legge obbliga a tenerli custoditi perché chiunque cittadino può richiederli dopo tanti anni per un’eredità, una contestazione, una verifica. Ma più che custoditi, i fascicoli sembrano abbandonati nell’incuria nell’archivio messo a disposizione del Tribunale dal Comune di Monza, in un capannone della ex industria tessile Fossati Lamperti.
Il capannone si trova in un’area immensa e trascurata, utilizzata dal Comune per l’ufficio affissioni e anche un po’ come deposito visto che all’interno del recinto giacciono autobus, fioriere e panchine in disuso.

Per rendere l’idea, basta dire che davanti alla porta di ferro del capannone è abbandonato uno di quei manicotti antincendio che servono per spegnere il fuoco. È lì in mezzo, in bella vista e viene da chiedersi come è possibile che a nessuno sia neanche mai venuto in mente almeno di spostarlo di fianco per non inciamparci sopra. Quando la porta del capannone si apre, davanti agli occhi appare una struttura di ferro su due piani con una scala, piena zeppa di fascicoli catalogati tutto sommato in ordine. Ma basta fare un passo avanti e lo scenario cambia.

Ai lati di tutti i muri interni del capannone ci sono scatoloni pieni di fascicoli accatastati, alcuni aperti e con le copertine in vista, dove nel frattempo sono cadute sopra le foglie. Crescono le piante rampicanti, ci sonomozziconi di sigarette e persino un carrello del supermercato, probabilmente preso in prestito o sottratto a un super per trasportare i fascicoli e mai riportato indietro.

di Stefania Totaro
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