di Laura Accordino

Desio, 9 settembre 2012 - Leo non lo sa ma è un gattino super amato e super fortunato. Per portarlo dalla Calabria, dove l’ha trovato, fino a Desio, in Brianza, una signora di 76 anni ha viaggiato in treno in piedi rinunciando alla cuccetta già pagata. Un viaggio di 1.200 chilometri. Una notte che non finiva mai. E sentendosi dire dal controllore: «L’animale qui non può stare, lo butti dal finestrino». Questa la storia.

La signora Francesca Tulipano parte per il mare in Calabria con la nipote Selene di 16 anni. La ragazza trova un gattino randagio, comincia a dargli da mangiare, si affeziona e alla fine della vacanza vuole portarselo a casa. Si attrezzano e comprano una gabbietta-trasportino per mettere il micio. Alla stazione di Reggio Calabria arriva il primo no dal cuccettista: «Scenda dal treno, apra la gabbietta e lasci andare il gatto». Nonna Francesca ovviamente si rifiuta.

«Ho chiesto alle altre due persone che erano nel nostro scompartimento - racconta - se avevano qualcosa in contrario e mi hanno risposto che non avevano alcun problema a viaggiare col gatto ma il cuccettista non ne ha voluto sapere». Nonna Francesca è anche disposta a pagare altri due posti per avere uno scompartimento tutto per sé, come prevede il regolamento di Trenitalia per chi porta un animale nelle carrozze letto e nelle cuccette. Niente da fare. Per Selene e la nonna comincia il pellegrinaggio di scompartimento in scompartimento in cerca di due posti dove poter viaggiare almeno sedute. Ma ad ogni fermata c’è qualcuno che sale e che ha prenotato.

Per fortuna un signore gentile lascia il posto a Francesca, mentre la nipote, col gatto, dorme in corridoio. Quando arriva il controllore inizia un’altra discussione che si conclude con l’invito a sbarazzarsi del gatto buttandolo dal finestrino. «Ma com’è possibile essere così insensibili? E poi dicono che non bisogna abbandonare gli animali, bell’esempio».

Come Dio vuole, la notte passa. E l’ora dell’arrivo si avvicina. Nonna Francesca e la nipote vanno a recuperare le valigie, lasciate nella carrozza delle cuccette. E lì scoprono che c’è uno scompartimento rimasto vuoto e chiuso per tutto il viaggio. Esattamente quello che la donna aveva chiesto al cuccettista. Alla stanchezza si aggiunge la rabbia. Poi, finalmente a casa. Con il gatto Leo e malgrado le Ferrovie dello Stato.

laura.accordino@ilgiorno.net