Seveso, 5 Luglio 2012 - Ha sparato 14 colpi di pistola dal balcone della sua abitazione, che sta sopra al bar dove i ladri stavano rubando le macchinette del videopoker dopo una 'spaccata', ferendo all'addome uno dei malviventi.
Ora il commerciante, L.T., settantenne di Seveso, dovrà rispondere di tentato omicidio plurimo in un processo al Tribunale di Monza, dove si è costituito parte civile il ladro, A.M., un albanese di 26 anni, agli arresti domiciliari per una serie di colpi della banda dei videopoker, per ottenere un risarcimento dei danni.
A rinviare a giudizio il barista per tentato omicidio plurimo è stata il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Maria Rosaria Correra su richiesta del pm monzese Vincenzo Nicolini. Il processo si terrà al Tribunale di Monza il 4 ottobre.
Invano il difensore dell'imputato, l'avvocato Massimo Bordon, ha chiesto il proscioglimento per legittima difesa del settantenne, sostenendo che il commerciante voleva tutelare i suoi beni dalle grinfie dei malviventi che invece continuavano imperterriti a rubare le macchinette videopoker. E in più temeva anche per la sua incolumità e per quella della moglie perchè il negozio è direttamente collegato al negozio sottostante e quindi in qualsiasi momento i malviventi potevano raggiungere i coniugi mettendoli in pericolo.
Secondo la difesa, poi, il settantenne non aveva alcuna intenzione di fare del male ai ladri, altrimenti, se avesse sparato ad altezza uomo ben 14 colpi, non uno soltanto avrebbe raggiunto i malviventi.
Ma niente da fare. Il settantenne sarà processato.
Erano le 3 del 25 giugno del 2011 quando L.T. è stato svegliato da un botto: i ladri avevano rubato un'auto e un camion e avevano usato l'auto come ariete per sfondare la saracinesca e la vetrata del locale e rubare le macchinette videopoker.
Mentre la moglie chiamava i carabinieri, il settantenne dal balcone aveva sparato 10 colpi con una pistola calibro 22 e poi altri 4 con una pistola calibro 7,65 regolarmente detenute. I ladri erano scappati con il bottino, abbandonato insieme al camion poco distante. L'albanese ferito si era recato al pronto soccorso dell'ospedale di Treviglio dicendo che un marocchino gli aveva sparato. Se l'era cavata con 15 giorni di prognosi ma dal telefonino i carabinieri l'avevano identificato come uno dei ladri di Seveso.
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