Correzzana, 21 giugno 2012 - Finita la quarantena, è iniziato il giallo. Dove sono i 104 macachi della Harlan di Correzzana? Vivi o vivisezionati? In Italia o all’estero? Gli animalisti, e non solo, se lo chiedono da mesi. Almeno dai primi di aprile, da quando sono terminati i fatidici quaranta giorni di isolamento previsti dalla legge. Le scimmie, importate dalla Cina per la sperimentazione, che fine hanno fatto? Sono state smistate nei laboratori di mezza Europa, come ipotizzato da più parti? Pare di no, per il momento. Il condizionale è d’obbligo perchè non ci sono conferme ufficiali, ma sembra che i primati siano ancora vivi. Prigionieri nelle gabbie della Brianza, ma vivi.


Il dipartimento veterinaria dell’Asl di Monza sta monitorando la situazione: permessi, carte e pratiche per i controlli transitano dalle loro scrivanie. «Sono ancora a Correzzana», trapela dagli uffici dell’ente. Dunque il trasferimento degli animali dall’a multinazionale americana, solitamente notturno per evitare sabotaggi o contestazioni, non sarebbe ancora avvenuto. Così come non sarebbero iniziate le sperimentazioni mediche, dato che lo stabilimento brianzolo non è altro che un sito di stoccaggio, dove le scimmie si custodiscono e non si “operano”.


«Noi non ci crediamo, ci stanno prendendo in giro: abbiamo forti indizi sul fatto che i macachi siano arrivati nei 15 centri di ricerca italiani che praticano la vivisezione», attacca Susanna Chiesa del gruppo Freccia 45 che ha presentato un esposto in tribunale per chiedere il sequestro della struttura. La stessa Polizia provinciale, competente in materia, dubita che le scimmie siano ancora in via Fermi. O dubita in ogni caso che siano le stesse rinchiuse a fine febbraio: «Harlan ha tutte le autorizzazioni necessarie per esercitare l’attività, finchè non cambia la legge: gli animali di solito vengono trasferiti una volta terminata la quarantena, quindi potrebbero essercene altri. Se ci verrà richiesto faremo nuovi controlli» fanno sapere dal Comando di Cesano Maderno.
Il blitz di marzo delle felpe nere , alla presenza dell’onorevole Brambilla aveva dato rassicurazioni: la Harlan aveva promesso lo stop all’arrivo di altri 750 macachi.

Intanto la protesta è pronta a ripartire. Le associazioni della galassia animalista si stanno organizzando per scendere di nuovo in piazza. Lo faranno a luglio con una manifestazione davanti ai cancelli dell’allevamento. E continuano a farlo, tutti i giorni, sull’agorà virtuale di internet: chiedono ai politici di cambiare le normative una volta per tutte. Due i binari legislativi, uno al Parlamento, l’altro al Pirellone. Leggi che se approvate (una è ferma al Senato) vieterebbero l’allevamento di primati, cani e gatti ai fini della sperimentazione medica. Determinando così la chiusura della Harlan e di Green Hill a Montichiari.
 

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