Monza, 4 giugno 2012 - La calma che si respira in Autodromo è solo apparente. Facce tirate e bocche cucite. In direzione ma pure nei negozietti e al bar. Il blitz della Guardia di Finanza di due settimane fa ha lasciato il segno. L’inchiesta coordinata dai pm Walter Mapelli e Caterina Trentini parla di accuse pesanti: gestione dell’impianto poco trasparente e con profili di arricchimento personale criminali. Sette gli indagati.

Nomi eccellenti. A cominciare dal direttore del circuito, Enrico Ferrari, il direttore tecnico Giorgio Beghella Bartoli, il contabile Franco Becchere, il responsabile della sicurezza Emanuele Vialardi, Marco Luca Villa, presidente di Acp&Partners che gestisce gli sponsor dell’Autodromo, il custode dell’ingresso a Porta Vedano, Davide Galbiati, e il figlio Daniele, direttore di pista fatta eccezione per Formula Uno e Superbike. Devono rispondere di false fatturazioni che hanno consentito di coprire i ricavi di vendite in nero di biglietti per gare minori, di altri reati fiscali e anche di turbativa d’asta nell’appalto per la ristorazione interna all’Autodromo. Contro di loro, contro la loro gestione «allegra», s’è mosso Paolo Guaitamacchi, presidente della Sias, la società dell’Aci Milano che gestisce l’impianto per conto dei Comuni di Monza e Milano.

Solo l’ultimo capitolo di una lunga storia fatta di veleni e lotte interne. I diretti interessati finora hanno preferito rimanere da parte. Commenti di circostanza nell’attesa che la Procura di Monza spulci una montagna di documenti sequestrati negli uffici e nelle abitazioni private. E c’è pure la «storiaccia» del distributore di carburanti ecologici nel Parco, accanto al Camping dell’Autodromo, nella bufera che sta investendo la Magica Pista. Un progetto voluto da Giorgio Beghella Bartoli e contro il quale è partita una crociata trasversale di politici, sindaci e ambientalisti finita pure al cospetto del ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi. Nelle prossime ore sono attesi sviluppi da Palazzo di giustizia: dalle carte e dagli hard disk ci si attendono le prime risposte. E non è escluso che i pm possano allargare l’orizzonte investigativo (anche geografico).

La guerra continua. Nonostante il Cda dell’Automobile club abbia confermato «piena fiducia» verso Ferrari e Beghella Bartoli, nel Consiglio della Sias gli animi ribollono. C’è tensione anche in prospettiva Gran premio d’Italia di Formula Uno. È vero che a Bernie Ecclestone interessa solo il contratto che ha firmato con Monza fino al 2016, ma c’è già chi ipotizza un’uscita di scena in tempi brevi, dopo 30 anni in pista, di Enrico Ferrari e Giorgio Beghella Bartoli: per il sostituto del primo radio paddock fa girare il nome del direttore di Vallelunga, Alfredo Scala, mentre il secondo, storico uomo della bandiera a scacchi al Gp, è pronto a farsi da parte.
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