di Martino Agostoni 

Monza, 25 aprile 2012 — Sconosciuti al Catasto e pure all’ufficio Tributi. Gli immobili fantasma non hanno mai pagato l’Ici e, a Monza, questa circostanza sta emergendo per gli impianti dell’Autodromo ma, ormai da un anno, c’è anche un illustre e vicino precedente. È singolare come in città gli edifici finora emersi all’Agenzia del Territorio come «non dichiarati» al Catasto siano tutti dentro il Parco, e quindi siano strutture dei Comuni di Monza e Milano proprietari dei 730 ettari verdi.

Prima del caso relativo ai 185 ettari del circuito di Formula 1, è stato affrontato quello degli adiacenti 98 ettari del golf, l’altra grande area del Parco data in concessione dal municipio al Golf Club di Milano. Se per l’Autodromo l’accatastamento è ancora in corso e quindi anche le eventuali pretese tributarie del Comune verso il suo concessionario, Sias spa, sono da definire, è invece già finita in tribunale la vicenda accaduta con il Golf Club. Infatti, fino al 2010 anche le 27 buche nel Parco con annessa club house firmata nel 1958 da architetti di grido come Vietti e Buzzi, più la piscina messa a dimora due anni dopo, risultavano sconosciute al Catasto comunale.

Immobili per la grande accoglienza dei circa 700 soci iscritti e di sportivi in visita, con servizi ristoro, bar e shopping, in un’atmosfera che rende il golf monzese uno dei più esclusivi, che però solo l’anno scorso sono usciti dall’ombra della burocrazia. Sono stati iscritti nel registro catastale e, seguendo la norma del 2000 che stabilisce che siano i soggetti concessionari di immobili a doverne pagare i rispettivi tributi, il Comune l’anno scorso ha mandato un avviso d’accertamento che richiede al Golf Club Milano il pagamento di arretrati Ici dal 2005 al 2010.

L’accertamento non può andare più indietro degli ultimi cinque anni, ma per il golf che è ora accatastato in categoria D6 con rendita prevista di 220mila euro, un lustro di tributi non versati, più more, sanzioni e interessi porta a circa 170mila euro all’anno richiesti dal municipio. Sono circa 800mila euro contro cui, a inizio 2012, il Golf Club Milano ha fatto ricorso alla commissione Tributaria provinciale di Milano. Il presidente del Golf Armando Borghi non ha voluto rilasciare commenti in merito, ma tra le motivazioni avanzate per non pagare ci sarebbe la presentazione del club come associazione sportiva dilettantistica che sarebbe quindi esente dal versare l’Ici.

A marzo ha risposto il Comune che con un’apposita delibera di Giunta ha deciso di costituirsi in giudizio davanti alla commissione ritenendo infondate le motivazioni dei ricorrenti. La prossima udienza è fissata nelle prime settimane di maggio, e il responso dei giudici è particolarmente atteso non solo per definire il contenziosi tra Golf e Comune, ma anche perché potrebbe dare orientamento anche sulla vicenda dell’Autodromo. Una struttura che una volta accatastata avrà dimensioni ben maggiori della club house con piscina e su cui, se il Comune avanzerà la pretesa di avere cinque anni di arretrati d’Ici, si potrebbero avere gravi effetti su Sias e quindi anche sul Gran Premio d’Italia di Formula 1.