di Fabio Luongo

Lissone, 11 aprile 2012 - Più spesso in Comune e un po’ meno in chiesa, con un’inversione di tendenza registrata una volta soltanto in precedenza nella storia di Lissone. A volte con cittadini stranieri, in alcuni casi tra persone entrambe di origine non italiana ma residenti in città. È l’andamento dei matrimoni a Lissone, in calo ulteriore nei dodici mesi più recenti, e che nell’ultimo anno hanno visto gli sposalizi con rito civile in maggioranza rispetto a quelli con rito religioso, per la seconda volta in assoluto in città: prima era accaduto solamente nel 2008, e per un paio di casi di differenza appena, mentre stavolta lo stacco è più netto.

I SÌ pronunciati davanti al sindaco sono stati quasi il 53%, superando in numero e percentuale quelli avvenuti davanti al sacerdote. Un ribaltamento confermato anche per quel che riguarda i matrimoni misti, dove le unioni in municipio sono sensibilmente di più da almeno 6-7 anni. Se si scorrono i dati da quarant’anni a questa parte ad essere in auge è sempre stata la tradizione: si può però notare chiaramente che il cambiamento si stava preparando, lento ma costante. Se si guarda al complesso dei matrimoni annotati dall’anagrafe lissonese, attualmente numeri e percentuali delle unioni religiose hanno toccato uno dei picchi più bassi degli ultimi decenni: sono ritornati uguali a quelli del 2004, che rappresenta, dal 2000 ad oggi (e dunque presumibilmente di sempre), l’anno con meno sposalizi in chiesa.

I dati ribadiscono quindi il trend che da vent’anni a questa parte ha visto progressivamente calare le unioni religiose, che oggi si aggirano attorno al 47% del totale, mentre solo nel 1990 rappresentavano più dell’82% dei casi. Segno di un cambiamento di costumi sociali, usanze e mentalità intervenuto in maniera significativa almeno dal 2000 a oggi: allora i matrimoni in chiesa erano ancora quasi l’80%; ora, negli ultimi 5 anni, oscillano tra il 47% - picco più basso del 2011 - e il 62%, picco massimo del 2007.

Fatto che si è accompagnato a un contemporaneo aumento degli sposalizi con rito soltanto civile, passati dal 20,55% del 2000 (erano appena il 15% a inizio anni ‘90) a percentuali che oscillano stabilmente attorno al 40-50% almeno. Altro dato che si conferma è senza dubbio la continua diminuzione complessiva dei matrimoni, ormai ben lontani dalle 170-180 cerimonie all’anno ancora abituali a fine anni ‘80. Nel 2011 gli sposalizi sono stati leggermente meno del 2010: 129 anziché 137, secondo dato più basso del decennio recente. Di tali unioni, 68 si sono svolte con solo rito civile (52,71%) e 61 con rito religioso (47,29%), mentre l’anno precedente erano state rispettivamente 54 e 83.