Desio, 26 marzo 2012 - Tutto pronto per il taglio del nastro del primo bene che rinasce, in Brianza, dopo essere stato confiscato alla mafia. Nei giorni scorsi infatti l’Amministrazione comunale di Desio ha incastonato gli ultimi tasselli dell’importante progetto, che ha preso il via nel 2010 con il nome di «Autonoma-Mente»: lunedì 30 aprile ci sarà l’inaugurazione della nuova residenza protetta per persone con patologia psichiatrica.

Per l’occasione interverrà don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, l’associazione contro tutte le mafie, che ha aderito a un più ampio progetto per la legalità che si svolgerà in quei giorni a Desio, promosso dall’Aurora Desio calcio con la collaborazione del Comune e di altre associazioni locali. Sarà dunque un momento significativo per tutto il territorio cittadino e brianzolo, a cui sarà invitato il prefetto e che sarà «colorato» da tanti bambini. Non mancherà anche il referente di Libera Monza e Brianza Valerio D’Ippolito.

«La nostra intenzione è di intitolare la struttura di via Molino Arese 31 a Pio La Torre – annuncia il vicesindaco Lucrezia Ricchiuti, riferendosi al sindacalista e politico ucciso da Cosa Nostra nel 1982 -. Passeremo comunque dal Consiglio comunale per condividere l’idea. Sarà un evento di grande valore simbolico per la nostra città, ci teniamo quindi moltissimo». In settimana la Giunta ha approvato la convenzione con gli altri enti coinvolti nella struttura, cioè l’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate e l’Associazione Volontari Aiuto Ammalati Psichici di Monza.

Quest’ultima realtà gestirà la residenza sotto il profilo amministrativo, contabile e operativo e, per lo start-up, ha ricevuto uno stanziamento di 8mila euro. Gli utenti saranno selezionati tra quelli in carico all’Unità operativa psichiatrica di Desio, residenti in uno dei Comuni dell’Ambito territoriale di Desio (Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Desio, Limbiate, Muggiò, Nova Milanese e Varedo) e dell’Ambito di Seregno (Barlassina, Cogliate, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Meda, Misinto, Seregno e Seveso). Nell’edificio – confiscato a un malavitoso calabrese - mancano ancora pochi ritocchi, poi tutto sarà pronto. La Regione ha sostenuto le spese con uno stanziamento di 90mila euro, il resto è stato coperto dal Comune.

«Non sono gli unici beni confiscati alla mafia che abbiamo lungo quella via – spiega il vicesindaco –: ci sono altre strutture e terreni, per i quali ci sono alcuni problemi, che contiamo comunque di risolvere, per poter far rinascere anch’essi». In modo da creare una sorta di «polo» del riscatto. In Brianza sono 39 i beni confiscati e quello di Desio è il primo che torna a nuova vita, gettando un seme di speranza in un territorio devastato, per decenni, dalle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico e politico.

di Alessandro Crisafulli