Giussano, 1 marzo 2012 - Nessuna offerta è stata presentata per la prima asta della Feg Salvarani. È andata deserta la procedura di vendita voluta dal Tribunale di Monza che nei mesi scorsi ha messo sul mercato un pezzo pregiato del comparto legno della Brianza. L'iter per la presentazione delle offerte si è chiuso martedì a mezzogiorno. Solo ieri, nel primo pomeriggio, sono però trapelate le prime indiscrezioni sulla mancata procedura di vendita. «Sono fiducioso per un esito più favorevole che potrebbe arrivare già nel breve periodo - sottolinea il sindaco Gian Paolo Riva -. Sicuramente un aspetto di questa vicenda è legato al rinnovo dell'esercizio provvisorio dell'attività, che in queste settimane ha permesso almeno parzialmente di riprendere la produzione. L'Amministrazione comunale segue con interesse la vicenda, fin dall'inizio, dalla scorsa estate soprattutto per la sorte dei lavoratori e delle loro famiglie».

Proprio loro, i lavoratori, sono stati i meno colpiti della notizia trapelata dall'azienda giussanese. «Per almeno altre due o tre volte non ci sarà nessuno che parteciperà all'asta. Un esempio è stata la Coren di Verano, dove l'iter è stato ripetuto per ben cinque volte prima che andasse in porto l'operazione - è la previsione fatta da Valeriano Rigamonti della Rsu di Feg Salvarani -. In questo momento di difficoltà generale dell'economia non sarà facile che qualcuno si impegni in un'impresa così importante. Nei prossimi giorni organizzeremo un incontro con l'azienda per capire meglio i contorni della situazione».

Diverse le ipotesi che in queste ore sembrano circolare sul futuro dell'azienda di via Valassina. Tra le possibilità, che nei prossimi giorni potranno essere vagliate dai giudici e dal commissario Maria Cristina Abbiati per non ripetere una seconda asta senza offerte, c'è allo studio la decisione di abbassare la fidejussione di 5 milioni di euro posta come vincolo per poter partecipare alle offerte di vendita. «Già domani mattina, intorno a mezzogiorno, avremo un incontro con l'azienda per capire meglio cosa succederà nelle prossime settimane», commentano Luigi Puppo della Filca Cisl e Marco Cazzaniga della Fineal Uil, che non si sbilancia sulle possibilità che potrebbero riguardare il futuro dell'azienda.

«Le belle parole espresse da alcune società, che negli scorsi mesi si erano avvicinate all'azienda, non sono state poi tradotte in fatti concreti», è l'opinione di Annunziata Ziliani della Fillea Cgil. La sindacalista si riferisce in particolare a due società (una operante nel settore dei pannelli fotovoltaici e una multinazionale tedesca) che in diverse occasioni negli scorsi mesi si erano dette interessate all'acquisto della Feg Salvarani. Unica nota positiva della vicenda, soprattutto per il futuro dei 160 dipendenti, è stata la decisione presa dai giudici del Tribunale di Monza per un rinnovo della procedura dell'esercizio provvisorio.

Un importante segno di continuità e fiducia che i giudici monzesi hanno voluto dare al lavoro svolto negli ultimi tre mesi dal commissario Maria Cristina Abbiati e dai suoi collaboratori, ma anche dai dipendenti Feg Salvarani che da metà dicembre sono tornati negli uffici e nei reparti per far ripartire l'azienda. L'iter già concesso nel mese di dicembre ha permesso in queste ultime 10 settimane di riavviare gradualmente l'attività manifatturiera e commerciale all'interno della sede di via Valassina. Dallo scorso mese di dicembre sono una ventina tra impiegati commerciali, tecnici e operai specializzati che stanno lavorando e riattivando contemporaneamente sia la linea produttiva di Feg che di Salvarani. Un numero di lavoratori impiegati che grazie al rinnovo potrebbe , come già annunciato, anche aumentare raggiungendo le 40 unità.

di Laura Ballabio