Monza, 26 gennaio 2012 - Un cartello di giardinieri che si accordavano tra loro per vincere gli appalti pubblici sul verde, dalla Lombardia fino alla Puglia. Sono 19 i titolari o collaboratori di società di giardinaggio delle Province di Milano, Monza, Bergamo e Brescia che ora devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere e turbativa d’asta. A chiedere il loro rinvio a giudizio è stata la Procura di Monza, con i sostituti procuratori Giordano Baggio e Manuela Massenz.

Secondo l’accusa, gli indagati si sono associati tra loro allo scopo di commettere una serie di turbative d’asta con il sistema di fare partecipare insieme alle gare le imprese del «cartello», nonché altre imprese contattate all’occorrenza, con cui venivano concordate una serie di offerte con percentuali di ribasso molto ravvicinate tra loro in modo da condizionare la media di ribasso per l’aggiudicazione finale dell’appalto, che veniva smistato a turno tra i complici.

Presunto capo e organizzatore della banda Achille Baroncelli, 53 anni, di Milano, che decideva le strategie di partecipazione alle gare, stringeva accordi di non belligeranza con figure analoghe al vertice di altri «cartelli», seguendo criteri di spartizione territoriali e tenendo anche i rapporti con esponenti della Regione Lombardia e dirigenti di enti pubblici in grado di favorire le imprese del suo «cartello» (per cui le indagini sono ancora in corso). L’inchiesta, infatti, è nata dalle indagini su un presunto interramento abusivo al Parco Nord Milano dove, dalle intercettazioni, sarebbe emersa la «cricca» sugli appalti, di cui si stanno occupando anche altre Procure. 


Una quindicina gli appalti per il verde pubblico contestati alla banda solo per il 2009 per un valore complessivo di 6 milioni di euro alla Provincia di Lodi e ai Comuni di Varese, Novara, Vigevano, Lainate, Arese, delle Province di Milano, Brescia, Bergamo, Sondrio e Monza, fino a Andria nel Barese.
 

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