Monza, 21 gennaio 2012 - Un'operazione immobiliare della famiglia Berlusconi ad Arcore: 25 palazzine a tre piani per un totale di 150mila metri cubi da costruire sulle aree verdi di fronte a Villa San Martino, e una commedia degli equivoci che per qualche ora ha fatto tremare la Provincia.

Dietro quel pasticciaccio all’apparenza tutto politico scoppiato nel febbraio scorso in commissione Territorio a Palazzo Grossi, in realtà si celava altro. Lo hanno scritto i pubblici ministeri Giordano Baggio, Donata Costa e Walter Mapelli nelle ultime pagine del fascicolo di oltre 270 fogli presentato al gip a sostegno della richiesta di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere per Massimo Ponzoni e per una parte della sua «squadra».

In primis l’allora vicepresidente della Provincia e assessore al Territorio Antonino Brambilla, anch’egli in carcere, del quale la Procura sottolinea «la propensione a svendere la propria funzione di pubblico ufficiale dietro remunerazione, economica o in termini di pubblici incarichi».

Ad Arcore spunta il nome di un altro soggetto, «il quale - scrive il pm - è noto godere della diretta fiducia» dell’allora premier Silvio Berlusconi: Francesco Magnano, geometra di Macherio, candidato alle regionali del 2010 nella lista di Formigoni e, escluso dagli eletti, nominato dal governatore sottosegretario della Regione per la «attrattività e promozione del territorio». Dalle conversazioni telefoniche incrociate alle cronache giornalistiche, «emerge l’interessamento di Ponzoni e Brambilla, dietro input di Magnano o coordinandosi con lui, a un progetto immobiliare di vastissima entità, da svilupparsi su aree nel Comune di Arcore che rientrano però sotto la vigilanza del Consorzio regionale Parco della Valle del Lambro».

Il progetto, ribattezzato «Milano 4», riguardava un investimento di oltre 220 milioni di euro su un’area di 300mila metri quadrati, sottoposta a vincolo e destinata a uso agricolo. La polemica è scoppiata in Provincia lo scorso inverno per la partecipazione di Brambilla a una riunione dove i tecnici dell’immobiliare di Berlusconi Idra avevano illustrato in via informale il progetto all’allora sindaco Marco Rocchini e al presidente del Parco della Valle del Lambro Emiliano Ronzoni. Il pasticcio era emerso da una clamorosa gaffe del presidente Ronzoni, che in commissione provinciale aveva rivelato la partecipazione dell’assessore Brambilla come «consulente di Idra».

La notizia aveva suscitato sconcerto e polemiche e la Giunta provinciale di Dario Allevi ne era uscita con imbarazzo, sostenendo la tesi della partecipazione istituzionale di un suo rappresentante. Un’ora dopo la notizia Ronzoni aveva rettificato: Brambilla, aveva detto, era presente al vertice di Arcore come assessore all’Urbanistica della Provincia. Le intercettazioni dicono tutt’altro. Magnano parla con Ponzoni: «...sì, Tonino Brambilla mi ha già chiamato... e stamattina ho visto quello del pa... ho visto il presidente del Parco». Ponzoni: «Sì, ma io voglio che facciamo questo incontro... con te, con lui e con Tonino... perché la vera testa... lì è Tonino che...». E Ponzoni suggeriva come togliere Berlusconi da ogni imbarazzo: «Ma tu digli una cosa... digli: Presidente se deve incontrare il sindaco faccia venire anche Ponzoni cinque minuti che lo rassicura... cioè ci dà in mano a noi la roba... il sindaco è uno che non decide, decidiamo noi per lui e lo aiutiamo... se lui lo carica di responsabilità non andiamo da nessuna parte... se adesso Berlusconi gli dice ti aiuto io non ne veniamo fuori più». All’epoca il caso era stato chiuso con un comunicato.

Il Pd, con l’allora capogruppo Gigi Ponti e Mimmo Guerriero, chiedeva risposte: «Siamo stupiti dalla sovrapposizione di ruoli di difensore delle aree protette brianzole e consulente di una società immobiliare che punta a costruire, in questo caso all’interno di un parco di pregio», dicevano. «Non è possibile occuparsi di difesa dei parchi e fare allo stesso tempo il consulente dell’immobiliare. Brambilla scelga», aggiungevano il consigliere regionale Giuseppe Civati e il consigliere comunale di Arcore del Pd, Fausto Perego. Imbarazzo nella maggioranza: «Mai stato consulente di Idra, né ieri nè oggi, non so come sia uscita questa cosa. Sono stato invitato dal sindaco di Arcore a presenziare all’incontro come assessore al territorio», replicava alle nostre domande Brambilla. Per la Procura «la vicenda è significativa di come Brambilla interpreti la carica... Quel che emerge dai telefoni è che la dichiarazione di Ronzoni corrispondeva a verità».