Monza, 16 gennaio 2012 - L'ex assessore regionale della Lombardia e attuale consigliere Pdl del 'Pirellone' Massimo Ponzoni è stato colpito da un provvedimento di custodia cautelare emesso dal Gip di Monza.

Ponzoni, che secondo quanto si apprende si trova attualmente all'estero per lavoro, è accusato di bancarotta nell'ambito del crac della società Pellicano.

Arrestati, nell'ambito della stessa inchiesta, anche Franco Riva, ex sindaco di Giussano, Antonino Brambilla, vice presidente della provincia di Monza e Brianza, Rosario Perri, ex assessore provinciale e l'imprenditore bergamasco Filippo Duzioni. Gli ordini di custodia cautelare sono stati eseguiti dai militari della Guardia di Finanza di Paderno Dugnano e dalla Polizia Tributaria di Milano

 

I CAPI DI IMPUTAZIONE - L’indagine, che nasce alla fine del 2009, spiegano i finanzieri, si è sviluppata su due fronti investigativi: reati contro il patrimonio (appropriazione indebita sfociata anche in ipotesi di bancarotta fraudolenta) e finanziamento illecito a esponenti politici in relazione al sostenimento di spese, sia per la campagna elettorale di Ponzoni.

Due società, “Il Pellicano Srl” e “Immobiliare Mais Srl” entrambe con sede a Desio, sono state dichiarate fallite, dal Tribunale di Monza nel 2010, a seguito degli accertamenti condotti nel corso delle indagini; reati contro la pubblica amministrazione (più fatti di corruzione, concussione e peculato), “in relazione alla capacità di Ponzoni - spiegano ancora i finanzieri - di determinare, almeno in parte, i contenuti dei Pgt di Desio e Giussano, assicurando ad imprenditori a lui vicini (referenti di importanti gruppi societari) cambi di destinazione di terreni (da agricoli a edificabili), grazie ai legami influenti e al posizionamento di propri uomini di fiducia in ruoli chiave delle varie amministrazioni (a loro volta destinatari di denaro e/o altri vantaggi, anche solo in termini politico elettorali)”.

Ruolo chiave nell’indagine, secondo gli inquirenti, ha assunto la figura del faccendiere Filippo Duzioni il quale, a capo di un gruppo di aziende di consulenza, ha veicolato le ingenti somme di denaro frutto degli accordi corruttivi. In tale ambito si è proceduto, inoltre, all’effettuazione di numerose perquisizioni anche nei confronti degli imprenditori indagati.

 

VOTI DALLA MALAVITA - Nella ordinanza di custodia cautelare a carico di Massimo Ponzoni, il gip di Monza sottolinea "il fatto che una costola della 'ndrangheta abbia veicolato voti su Ponzoni, perlomeno in relazione alle consultazioni elettorali regionali del 2005".

Circostanza che, sottolinea il gip, "risulta riferita dallo stesso interessato, il quale, a seguito dell'ottimo risultato conseguito nelle ultime elezioni regionali del marzo 2010, si compiaceva con tale Alessandro di aver fatto a meno, questa volta, dei voti provenienti da quel contesto, con cio' confermando che a detto bacino elettorale aveva invece attinto nel passato" ("mi son tolto di mezzo la grande soddisfazione di arrivare primo..., secondo
sono arrivato con Carugo e terzo mi sono tolto i voti di certi personaggi affiliati a certi clan").

 

APPALTI A NIGUARDA NEL MIRINO - Altro ‘finanziatore’ di Massimo Ponzoni sarebbe stato Pietro Rivoltella, imprenditore nel settore delle pulizie. L’imprenditore "ha finanziato Ponzoni - si legge nell’ordinanza  - per essere favorito presso il direttore generale dell’ospedale Niguarda di Milano, dottor Cannatelli Pasquale, consentendogli di ottenere in appalto il servizio di pulizie dello stesso ospedale".

Cannatelli si legge "veniva a sua volta opportunamente remunerato da Ponzoni attraverso un consistente sconto per l’acquisto di due appartamenti per i figli dalla società Serena Immobiliare amministrata da Pennati".