Monza, 12 novembre 2011 - Si infiltrano nei cantieri delle opere pubbliche attraverso la filiera degli appalti e dei subappalti. Prendono possesso delle aziende in settori nevralgici come l’edilizia, la logistica, i trasporti. Buttano fuori la manodopera regolare e con l’intimidazione la sostituiscono con il lavoro nero, anticamera spesso di altre attività illecite, come il riciclaggio di denaro sporco. Ricorrono al continuo e sospetto cambio di ragione sociale della loro azienda. E possono contare su una disponibilità di liquididi a dir poco sospetta.

Sono questi alcuni degli «indicatori» che meglio di altri possono segnalare la presenza nel nostro territorio delle mafie, e della ’ndrangheta soprattutto per quanto riguarda la Brianza. Il mondo sindacale - che per una volta si è trovato d’accordo per dare un segnale unitario senza tentennamenti - ha la chiave per leggere meglio di altri in quel mondo grigio in cui si annida la criminalità organizzata. E ha deciso di alzare la testa e di mettersi a disposizione della società civile e della legalità.

I vertici brianzoli di Cgil (Maurizio Laini), Cisl (Marco Viganò) e Uil (Antonio Zurlo) lo hanno annunciato ieri: costituiranno un gruppo di lavoro al loro interno che vigilerà, proprio a partire da un’analisi di quegli «indicatori di legalità» da loro stessi individuati, su quanto può annidarsi di marcio nel mondo del lavoro. E, ogni volta che ne avranno il sospetto, andranno a segnalarlo al prefetto di Monza, Renato Saccone, e di qui alle forze dell’ordine e alla Procura di Monza.

 

«Il senso di questa operazione - ha spiegato Maurizio Laini - è di andare a giocare un ruolo attivo. È finito il tempo delle riflessioni accademiche, c’è bisogno di fare qualcosa di concreto». «Abbiamo lavorato per costituire il primo coordinamento in Brianza dell’associazione Libera - ha ricordato Viganò -: le mafie hanno interessi poliedrici e anche l’antimafia deve essere poliedrica e saper rispondere in maniera adeguata. Stiamo vivendo un momento molto delicato, di difficoltà economica, in cui si possono inserire soggetti che hanno grandi disponibilità di denaro come le organizzazioni criminali: è un problema che il territorio non può sottovalutare, a rischio è la stessa democrazia».

Ecco allora il primo atto concreto, un convegno che venerdì 18 novembre vedrà sedere allo stesso tavolo alcuni dei soggetti più importanti e qualificati della lotta antimafia e del tessuto economico e politico brianzolo. A partire dalle 16, nella Sala Trentin di via Premuda 17, sarà ospitato il convegno «Il territorio della Brianza: tra legalità e ’ndrangheta». Dopo l’introduzione di Rita Pavan, della segreteria brianzola della Cisl, interverranno: Vincenzo Macrì, procuratore generale della Corte di Appello di Ancona ed ex procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia; Lorenzo Frigerio, coordinatore regionale di Libera; Roberto Corti, sindaco di Desio; Renato Cerioli, presidente di Confindustria di Monza e Brianza; Renato Saccone, prefetto della Provincia di Monza e Brianza. Coordina Ernesto Brigida, segretario Uil di Monza e Brianza. Dopo la presentazione di due libri sulla ’ndrangheta, chiuderà il «padrone di casa», il segretario generale della Cgil brianzola Maurizio Laini. In serata, spazio ai più giovani: alle 20.30, il gruppo teatrale «La Compagnia degli Stracci» porterà in scena la pièce «La pagliuzza e la trave».