Giussano, 22 settembre 2011 - Una proroga di un mese per accettare il concordato preventivo per salvare la Feg Salvarani. Slitta di 30 giorni, il salvataggio dell’azienda e dei 160 posti di lavoro. Dopo le convulse giornate di mercoledì e giovedì, durante le quali l’attesa per le decisioni che dovevano sancire l’approvazione del concordato preventivo si sono fatte attendere, ieri pomeriggio si è svolto un duplice incontro tra la proprietà e sindacati e un’assemblea dei lavoratori a seguire. Febbrile l’attesa che ha accompagnato i lavoratori che ieri pomeriggio si sono dati appuntamento di fronte ai cancelli del sito aziendale lungo la strada Valassina.

 

I giudici del Tribunale di Monza hanno deciso di fissare per il prossimo 22 novembre l’udienza che sancirà il futuro dell’azienda e di fatto il destino dei lavoratori. La proroga accordata darà il tempo necessario alle aziende, che nelle scorse settimane si sono fatte avanti per rilevare l’attività, di versare una copertura finanziaria pari al 10 per cento dei debiti. Se nei giorni scorsi le società interessate a rilevare la Feg Salvarani erano tre, ora sono scese a due. Da una parte una holding tedesca, che lavora nel comparto legno, dall’altra una società brianzola che produce pannelli fotovoltaici.

 

Due soluzioni molto diverse tra loro: la prima potrebbe rilevare l’intero pacchetto aziendale, che comprende oltre all’attuale sede di via Valassina (120mila metri quadrati di cui 50mila di edifici) anche la totalità dei dipendenti, la seconda invece punterebbe al solo sito produttivo con una percentuale ristretta degli attuali lavoratori.
Praticamente esclusa la terza possibile azienda che nelle scorse settimane aveva espresso un interessamento, una società operante sempre nel settore del mobile ritenuta secondo una valutazione espressa dei rappresentanti delle tre sigle sindacali «poco interessante e soprattutto poco intenzionata a dare certezze». Le due aziende rimaste avranno 30 giorni di tempo per versare una cifra di 3,3 milioni di euro, pari al 10 per cento dei debiti non saldati dalla Feg.

 

Per oltre due ore i rappresentanti sindacali Luigi Puppo della Filca Cisl, Annunziata Ziliani della Filea Cigil e Marco Cazzaniga della Fineal Uil con alcuni dei rappresentanti della Rsu aziendale hanno incontrato la proprietà. L’obiettivo primario era quello di riuscire a sbloccare il pagamento degli stipendi. Dal mese di maggio non ricevono la paga: cinque mensilità a cui va aggiunta la quattordicesima.

 

Nei prossimi giorni verrà presentata ai vertici aziendali una lettera ufficiale da parte delle tre sigle sindacali nella quale si chiede all’azienda di anticipare ai lavoratori una cifra una tantum (di cui non si conosce l’esatto importo) da versare ai lavoratori con una causale di «prestazioni per lavori futuri». L’unico escamotage per rendere disponibili subito per i lavoratori i soldi derivanti dai pagamenti, arrivati in questi giorni, di vecchi lavori. Una procedura che già lo scorso mese era stata intrapresa tra l’azienda e i dipendenti, grazie alla mediazione sindacale, per riuscire a dare una boccata d’ossigeno alle 160 famiglie coinvolte. La lettera verrà allegata al fascicolo legale in Tribunale proprio per sottolineare l’urgenza e una rapida soluzione per i lavoratori che rimangono in attesa di conoscere il loro futuro.