Monza, 5 settembre 2011 - Sit-in di protesta della Cisl di fronte alle sedi non ancora operative dei Ministeri alla Villa Reale di Monza. Presenti anche gli esponenti del Pd Gigi Ponti, segretario provinciale brianzolo, Giuseppe Civati, consigliere regionale e i consiglieri provinciali Domenico Guerriero e Vittorio Pozzati.
 

“Oggi inauguriamo il turismo della contestazione - hanno dichiarato - perchè davanti alle sedi distaccate dei ministeri di Calderoli, Bossi e Tremonti, varati a luglio davanti a fotografi e tv di tutto il paese, si può solo protestare, come hanno già fatto i commercianti di Padova o oggi la Cisl: al momento, a parte qualche gentile funzionario, gli uffici non sono infatti ancora operativi”.

“Oggi c’è stata la protesta della Cisl - continuano - qualche giorno fa i commercianti di Padova hanno dovuto fare marcia indietro perchè non c’era nessuno ad ascoltare le loro richieste e anche qualche cittadino ha provato invano a chiedere informazioni amministrative: degli uffici dei ministeri, che peraltro occupano un piccolo spazio all’interno della Villa, di fatto non c'è ancora traccia, mentre sono in stato di pressochè totale abbandono i locali dell’Istituto d’Arte al quale, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, mancano pure diverse aule per accogliere tutti gli studenti”.
 

“Crediamo - concludono i democratici - che il Governo e le istituzioni del territorio debbano risolvere prima questi problemi piuttosto che impegnare tempo e anche qualche risorsa per iniziative che al momento sono per lo più simboliche e anche un po' propagandistiche”.


Toni duri anche da parte del segretario generale della Cisl Lombardia, Gigi Petteni. "Basta prendere in giro i lavoratori e gli italiani, basta bugie sulla crisi, basta farse come quella dei ministeri fantasma di Monza", attacca il sindacalista. "Serve un nuovo patto fiscale, per estirpare la piaga dell'evasione e per fare pagare chi non paga mai", prosegue Petteni, che propone: "è arrivato il tempo della patrimoniale, i cui introiti devono andare per due terzi all'abbattimento del debito e per un terzo alla crescita”.