Monza, 14 agosto 2011 - Un ordigno di fabbricazione italiana ad alta esplosione, risalente della Seconda guerra mondiale. Una granata di 75 millimetri, lunga 32 centimetri e del peso di quattro chili e mezzo, abbandonata fra le sterpaglie al confine fra Monza e Brugherio. A trovarla, ieri mattina, sono stati i volontari dell’associazione Monza Soccorso onlus, che dal 1995 garantisce un apprezzatissimo servizio di protezione civile. Fabio Villa, il suo comandante, racconta: «Stavamo tagliando l’erba davanti al muro dove ricoveriamo i nostri mezzi, in via Buonarroti 187. Lì gli arbusti erano molto fitti, tanto che cominciavano a rendere pericolosa l’uscita dei nostri mezzi impedendoci una corretta visuale della strada».

 

È così che alcuni volontari dell’associazione, approfittando del sabato mattina, cominciano a sfalciare l’erba col decespugliatore. Ma è quando un volontario si mette a rastrellare l’erba tagliata che si trova di fronte alla sorpresa. In mezzo agli arbusti affiora infatti uno strano cilindro di metallo: un rapido controllo su internet sembra indicarlo come un proiettile di artiglieria. Immediato parte l’allarme ai carabinieri. Sul posto intervengono nel giro di un paio di minuti i militari del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Monza, che provvedono subito a mettere in sicurezza l’area assieme ai Vigili del fuoco. Nel pomeriggio, alle 15.45 circa, arrivano da Cremona i soldati del Decimo reggimento Genio guastatori, che prendono in consegna l’ordigno.

 

Dopo averlo messo in sicurezza, i militari si spostano in un campo adiacente, mentre l’intera zona viene chiusa al traffico dagli agenti della Polizia locale di Monza e sul posto si presentano anche ambulanza e automedica inviate dal 118. Nel campo viene a questo punto scavata una buca profonda un metro, dove vengono inseriti la bomba e una carica esplosiva. Alle 18  l’ordigno viene fatto brillare: un bel botto, che rende finalmente inoffensiva la bomba, ritenuta dagli esperti ancora pericolosa. Sarebbe in fatti stato sufficiente colpire con violenza la sua spoletta per farla detonare in qualsiasi momento.

 

«Probabilmente era lì da almeno un anno - raccontano ancora da Monza Soccorso - visto che l’ultima volta che il prato era stato sfalciato era stato l’estate scorsa. Probabilmente qualcuno aveva trovato l’ordigno da un’altra parte e aveva deciso di liberarsene abbandonandolo qui». Un atto pericoloso, dunque, soprattutto per i 32 volontari di Monza Soccorso, nucleo specializzato soprattutto nel soccorso fluviale, che in via Buonarroti ricovera i propri mezzi: due fuoristrada, un furgone cassonato aperto, un hovercraft, un gommone da 5 metri, uno da rafting, un gruppo elettrogeno carrellato, una roulotte dormitorio e una adibita a centrale operativa.