Monza, 28 luglio 2011 - Terzo terremoto giudiziario per la Provincia di Monza e Brianza. Dopo le indagini che hanno portato alle dimissioni dell’assessore del Pdl Rosario Perri, coinvolto nelle intercettazioni dell’indagine sulla ’ndrangheta, e la revoca dell’incarico al collega leghista Luca Talice, denunciato per abusi sessuali da due ex compagni di partito a Seregno, a Palazzo Grossi scoppia il caso Antonino Brambilla.

 

Il vicepresidente della Provincia, nonché assessore al Territorio, è coinvolto in uno dei filoni dell’inchiesta sulle presunte tangenti sul Pgt di Desio che nei mesi scorsi ha travolto l’ex assessore regionale Massimo Ponzoni. Brambilla, 65 anni, anch’egli del Pdl, assessore all’Urbanistica a Desio all’epoca dei fatti, è indagato per corruzione. Secondo l’ipotesi del magistrato, il contatto con Ponzoni, all’epoca coordinatore provinciale e considerato il «padrone» del partito in Brianza, gli avrebbe provocato un’utilità indiretta con l’incarico in Provincia. In pratica, secondo le ipotesi della Procura, la poltrona sarebbe stata la contropartita di presunti favori a Desio.

 

Un’ipotesi dalle pesanti ripercussioni politiche, visto che Brambilla si sta occupando del Piano territoriale di coordinamento provinciale, lo strumento che mette ordine fra i piani regolatori dei 55 Comuni della Brianza. L’interessato smorza ogni clamore. «Ufficialmente non ho avuto ancora alcun atto, però ne conosco i contenuti perché ne sono stato indirettamente informato qualche giorno fa - dice Antonino Brambilla -. Mi sono presentato subito al Procuratore della Repubblica per chiarire con lui alcuni aspetti. Ho ritenuto infondati gli addebiti che mi sono stati contestati». Il vicepresidente, che è anche avvocato, non ipotizza al momento passi indietro: «Per me il caso è chiuso, per ora starò alla finestra».

 

E Dario Allevi spezza una lancia in suo favore. «Se l’ipotesi è quella di una ricompensa con la poltrona di assessore per presunti favori siamo davvero al processo alle intenzioni. Mi auguro che non ci sia sciacallaggio politico», sbotta il presidente della Provincia. «Ho parlato a lungo con Brambilla, che mi ha spiegato in maniera chiara la sua estraneità ai fatti - aggiunge -. Sia umanamente sia politicamente mi sono trovato di fronte un uomo incredulo e non sarò certo io a fare processi al mio più stretto collaboratore, col quale stiamo portando avanti importanti risultati per il bene del territorio». Per Allevi il teorema delle poltrone in Provincia al posto delle mazzette non è dimostrabile.

 

«Finirà tutto in una bolla di sapone - assicura -. Ponzoni era coordinatore provinciale e per statuto del partito era tenuto a proporre ai vertici regionali una rosa di nomi. I partiti giocano un ruolo fondamentale ma poi c’è il presidente che firma le nomine. Avrei potuto mettermi per traverso, invece ho accolto Brambilla a braccia aperte, conoscendone il curriculum e l’esperienza di 25 anni». Scartata ogni ipotesi di chiedere un passo indietro al suo vice, contrariamente a quanto è accaduto nei casi Perri e Talice. «Ogni storia è a sé - conclude - ma in questo momento non ho alcun motivo per interrompere questo rapporto. Non può bastare il minimo sospetto per sostituire un uomo».

 

Non la pensano così gli avversari, che oggi solleveranno il caso in Consiglio provinciale, «anche a costo di parlarne a porte chiuse», dice il capogruppo del Pd Domenico Guerriero. Che aggiunge: «Chiediamo al presidente Allevi di spiegarci quali sono stati i criteri di composizione della giunta provinciale. Giunta che più passa il tempo e più perde pezzi. Per quel che riguarda la posizione di Antonino Brambilla crediamo che al vertice di un assessorato che deve redigere il Piano provinciale territoriale ci debba essere una figura al di sopra di ogni sospetto e neanche sfiorata da ipotesi investigative di corruzione». E Giuseppe Civati, consigliere regionale Pd, conclude: «In un momento delicato come questo, con la politica sotto attacco per costi e privilegi di casta, il rigore che abbiamo chiesto a nostri esponenti lo chiediamo a tutti. Si faccia chiarezza ma di fronte a indagini così delicate chi è coinvolto faccia un passo indietro».

 

La coordinatrice provinciale del Pdl Elena Centemero esprime fiducia nell’operato della magistratura. «Aspettiamo un chiarimento», conclude. E il vicecoordinatore Roberto Alboni auspica «che ci sia la massima serenità per dare a tutti il tempo di fare chiarezza e alla giustizia di fare il suo lavoro».