Seveso, 11 luglio 2011 - Centinaia di mani congiunte sopra la collina del Bosco delle Querce di Meda, un canto tradizionale congolese scandito da ritmi tribale di tamburi per «scacciare il male». «Un grido verso il cielo» con l’auspicio di allontanare l’incubo dell’«ecomostro Pedemontana».

Il 10 luglio 2011 a 35 anni dalla tragedia della diossina, i sevesini e le diverse associazioni ambientaliste lottano ancora per impedire che 12 ettari sul suolo medese e in parte sevesino, per un totale di 40, possano subire l’esproprio che comprende un’area che lambisce una delle due vasche. Le colline custodi dei «ricordi» e della diossina di quel 10 luglio 1976.

«L’appello è rivolto alla Regione visto che il Cipe - spiega Gemma Beretta, presidente di Legambiente Seveso – ha detto che la volontà è della giunta regionale. Basterebbe creare un’autostrada a basso impatto. Il bosco nel 2006 era nato come risarcimento per il disastro che ha creato la nube tossica. Dopo anni terribili e di sacrifici da parte dei sevesini che non hanno mai smesso di lottare, ora il bosco è l’emblema del rinascita.

Nel 2005 è arrivata la grande rivincita: il Bosco delle Querce è stato promosso Parco Naturale. E dopo tanta salita e bocconi amari, in nome del “Dio danaro” ci ritroviamo ancora a combattere per la nostra Seveso. Lotteremo fino allo stremo delle forze per impedire la riduzione della superficie del Bosco e di conseguenza per preservare la nostra salute, poiché i sevesini, se l’area verrà sbancata, respireranno ancora la diossina. I rilievi della stessa società Pedemontana parlano chiaro, la diossina è lì sepolta, ma se viene scoperto il vaso di pandora, per la seconda volta Seveso sprofonderà nel baratro».

Nel pomeriggio di ieri circa un migliaio di persone, di cui trecento appartenenti alle diverse associazioni di «Insieme in rete per uno sviluppo sostenibile» hanno voluto ricordare il 35esimo anno dalla tragedia-diossina con una catena di solidarietà per difendere ciò che insieme, amministrazioni, cittadini, ed Enti, hanno costruito dopo la tragedia. Sempre nella linea del riscatto della città, entro fine anno entrerà in funzione la sede sevesina della «Fondazione Lombardia per l’Ambiente».

Ieri erano molti gli stand delle associazioni all’ingresso principale del Bosco, in via Ada Negri. Canti e balli da parte di artisti hanno intrattenuto il numeroso pubblico. I diversi volontari hanno spiegato alle persone la situazione. Verso le 18.30 il gruppo dei boyscout ha creato una porta immaginaria posizionando dei legni. Tutti hanno oltrepassato questa soglia e si sono diretti nell’area solitamente non fruibile ai visitatori. A piedi si è attraversata via Vignazzola sino ad arrivare alla vasca di Meda dove un grande abbraccio simbolico fatto di centinaia di mani a formare un disegno a forma di cuore.