Monza, 4 luglio 2011 - Prima visita oculistica: 13 gennaio 2012. Prima visita urologica: 7 febbraio 2012. Visita cardiologica di controllo: 15 marzo 2012. E ancora, appuntamento dal dermatologo per il controllo dei nei non prima del 3 ottobre dell’anno prossimo. Mentre una visita di controllo in Endocronologia è fissata al 24 gennaio addirittura del 2013. Stessa data per una visita di controllo alla tiroide.

 

«I fogli delle prenotazioni al Cup del San Gerardo parlano chiaro, i tempi d’attesa per alcune prestazioni sono indecenti», denuncia Domenico Guerriero, capogruppo del Partito democratico in Provincia. Insieme ad alcuni colleghi consiglieri ha voluto verificare di persona le segnalazioni e le lamentele dei pazienti. Con l’impegnativa del proprio medico si sono presentati agli sportelli e hanno constatato che «non si può negare l’evidenza». Eppure «se con la mutua aspetti mesi se non addirittura un anno e mezzo, appena pronunci la parola privato ti si apre un calendario parallelo dove in pochissimo tempo trovi l’appuntamento che fa per te», continua Guerriero.

 

La giustificazione del direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Francesco Beretta, secondo cui «non è mica colpa mia se vogliono venire per forza al San Gerardo», proprio non gli va giù. E il timore cresce davanti allo scenario prospettato dalla Rsu: «Un centinaio di contratti a medici e tecnici non verranno rinnovati», segnala il coordinatore, Pino Del Sordo. «La sensazione è che si stia cercando progressivamente di allontanare i pazienti verso altre strutture sanitarie del territorio, anche a favore del privato accreditato, in vista del progetto di ristrutturazione del monoblocco - la preoccupazione di Guerriero -. Si respira un’aria di smantellamento».

 

Adesso aspetta la pubblicazione del bando caldeggiato dal Pirellone che prevede sei anni di lavori da gennaio 2013, una spesa di 207 milioni di euro, la costruzione di una palazzina davanti al monoblocco e la ristrutturazione a turno dei tre settori. «Nessuno ci ha ancora spiegato perché il progetto dell’ex direttore generale Giuseppe Spata è stato accantonato - critica Guerriero -. Un piano verso il quale il preside dell’Università, Andrea Stella, il presidente del Collegio dei primari, Sergio Magni, e la dirigente infermieristica, Annamaria Raimondi, hanno espresso totale approvazione e sostegno». Una soluzione che prevedeva la costruzione di una nuova struttura di degenza (250 letti) davanti al monoblocco: una volta trasferiti i reparti, «l’intervento di ristrutturazione dei tre settori arrecherebbe un minor disagio alle attività che potrebbero continuare a essere svolte con l’utilizzo della nuova palazzina e del blocco operatorio, non coinvolto dal cantiere».

 

Un intervento da circa 100 milioni di euro che «in 4 anni restituirebbe un ospedale veramente nuovo, concepito secondo i criteri più moderni e razionali - sottolinea Guerriero -, mentre il progetto che si vuole mandare avanti costerebbe il doppio, porterebbe disagi alle attività ospedaliere e ci lascerebbe una struttura di vecchia concezione, progettata negli anni Sessanta con criticità impossibili da sanare». Per questo «noi gli staremo addosso», promette Guerriero. «Pronti - rincarano la dose i sindacati -, a rivolgerci anche alla Corte dei conti».