Monza, 16 aprile 2011 - Scendono i tempi da 30 a 20 anni per la gestione della Villa Reale affidata al privato che, inoltre, si impegna a ultimarne il recupero in 2 anni, rispetto ai 3 previsti. Si alzano invece i canoni della concessione, a questo punto, diventata ventennale, con il privato che pagherà il doppio per la quota fissa, passata da 30 mila euro l’anno a 60mila, mentre quella variabile è stata aumentata dallo 0,5% dei ricavi annui allo 0,7%.

Sono le quattro proposte migliorative rispetto alla base di gara con cui la cordata di tre imprese guidata da Italiana Costruzioni spa di Roma (con la monzese Malegori comm. Erminio srl e la Na.Gest Global service srl), già protagonista del recupero del colonnato di San Pietro, ha ottenuto l’aggiudicazione del bando regionale da 25,6 milioni per il recupero e la successiva gestione dei 9mila metri quadrati del corpo centrale della reggia del Piermanini. Un’offerta ritenuta economicamente più vantaggiosa rispetto a quella presenta dall’altro gruppo di due imprese in gara che aveva come capofila la veneziana Sacaim spa. L’aggiudicazione, attesa da febbraio, è avvenuta ieri mattina con l’apertura delle due buste concorrenti nella sede della spa regionale titolare del bando Infrastrutture Lombarde, ed è ancora provvisoria, per garantire i tempi per eventuali ricorsi, ma determina già una svolta sul futuro della Villa Reale. «Da qui a tre anni al massimo, i lavori di recupero dovranno essere conclusi e nella primavera 2014 la Villa Reale sarà aperta al pubblico», annuncia il governatore lombardo Roberto Formigoni, arrivato ieri pomeriggio al teatrino di corte della Villa.

L’apertura delle buste porta a termine il progetto della Regione di individuare il soggetto che non solo farà il recupero ma che pure, a fronte di una quota nei lavori di circa 8 milioni, prenderà in gestione negli anni successivi i 9mila metri quadri rimessi a nuovo, dove i due piani nobili diventeranno museo e spazi per attività culturali e di rappresentanza, mentre il piano terra sarà destinato ad attività commerciali e d’accoglienza, e il Belvedere ristorante. Condizioni, assieme a quelle della concessione, che nei mesi scorsi hanno sollevato accuse di «privatizzazione» e «svendita a pezzi». Polemiche unite dallo slogan «La Villa Reale è anche mia» che è diventato il nome del comitato trasversale che nei mesi scorsi ha raccolto circa 12mila adesioni, anche a livello nazione e tra personalità, pronto ad andare fino al Quirinale per fermare la «svendita», e che ieri con un gruppo di qualche decina di persone ha accolto l’arrivo di Formigoni con cartelli, fischi e urlando «Vergogna».

Contestatori a cui il presidente della Lombardia ha risposto indirettamente: «È fuoristrada chi mena scandalo dicendo che il privato paga solo 30mila euro l’anno. Le cifre sono altre: con gli 8 milioni di contributo dei lavori, i canoni, nei 20 anni il privato spenderà 43,3 milioni di euro, rispetto ai 17,2 milioni di parte pubblica». E insiste: «Non è che dentro la Villa il privato darà il Bunga Bunga 2! Darà servizi, come il bookshop o punti ristoro, che sono ormai indispensabili per un museo moderno degno del nome». Parla di giornata storica il sindaco Marco Mariani. «Voglio sperare che il mondo politico si consolidi davanti a un progetto che porterà all’apertura al pubblico della Villa - ha detto - mentre a chi urla vergogna dice che è venuto il momento di ragionare assieme sul suo futuro». Ma i primi dati annunciati sull’offerta vincitrice, invece, continuano a non convincere i critici. «C’è il barbatrucco - commenta a caldo Roberto Scanagatti del Pd -. Sui tempi, perché non si poteva affidare il bando per 30 anni, visto che il Consorzio di gestione ne dura 20. Poi ridurre i tempi di un terzo, togliendo gli ultimi 10 anni, vuol dire ridurre le spese di manutenzione del privato proprio quando il bene invecchia e ne ha più bisogno».

Il portavoce del Comitato, l’avvocato Roberto d’Achille, attende di valutare con attenzione l’offerta vincitrice ma, da quanto emerso finora, «un ricorso al Tar resta una possibilità concreta. Temiamo, non il recupero, ma i possibili subappalti per la gestione e non ci sono garanzie sul controllo pubblico che avrà la Villa Reale». Intanto, anche l’impresa arrivata seconda, la Sacaim spa, ieri è intervenuta: «Siamo sorpresi dall’esito della gara e pertanto richiederemo quanto prima alla Commissione giudicatrice l’accesso agli atti per verificare quali siano stati gli elementi dell’offerta vincitrice maggiormente valorizzati rispetto alla proposta da noi presentata».