Lissone, 2 marzo 2011 - Una città che ormani da anni continua a crescere in modo sostenuto, con un trend che non dà segni di diminuzione. Una città che si sviluppa, dove oggi vivono stabilmente quasi 42.600 abitanti, in cui il grosso delle famiglie è composto da una sola persona e in cui la maggior parte della popolazione è costituita da uomini e donne tra i 35 e i 50 anni.
 

 

E’ l’immagine di Lissone che esce dai dati contenuti nell’Annuario Statistico dei Servizi Demografici 2010 realizzato dal Comune. I numeri dicono che la città ha registrato nell’ultimo anno un ulteriore significativo aumento dei residenti: attualmente a Lissone vivono 42.596 persone - al 31 dicembre erano 42.474 -, 1.215 in più del 2009. Di queste, 21.660 sono donne, 20.936 uomini.

 

Le famiglie sono 18.213. Le classi d’età più numerose sono ancora quelle nate durante il “baby boom” degli anni Sessanta; l’età media dei lissonesi è oggi di 41,6 anni - 40,3 per gli uomini e 42,9 per le donne -, e a mantenerla bassa contribuisce la giovinezza degli stranieri residenti, che hanno un’età media di 30,4 anni (per gli italiani è 42,6), comunque anch’essa in crescita, visto che era 29,9 soltanto dodici mesi fa. Nell’ultimo anno si sono fatti meno figli, e la popolazione ha continuato ad invecchiare: gli abitanti dai 65 anni in su sono più dei bambini e ragazzi con meno di 15 anni, mentre sono aumentati gli anziani con più di 90 anni, passati da 200 a 231. Anziani che vivono prevalentemente in città rispetto alle due frazioni di Santa Margherita e Bareggia. I residenti di Lissone sono, oltre che italiani provenienti da un po’ tutte le regioni dello Stivale, anche gente arrivata da Europa, Americhe, Africa e Asia: su 42.596 abitanti complessivi, quelli di origine straniera sono 3.269, 461 in più dell’anno precedente, più donne che uomini (1.691 a fronte di 1.578).

 

La percentuale degli immigrati rispetto al totale della popolazione è pari al 7,63%; dodici mesi fa era quasi un punto in meno, ossia il 6,79%, mentre nel 1988 era lo 0,25%. «Dai dati risulta una città che si muove, che cresce, e questo non è necessariamente un male - spiega l’assessore ai Servizi Demografici e Statistici, Enrico Rivolta -. Questi elementi possono servire per conoscere il nostro territorio globalmente, sia nei suoi aspetti di potenzialità che di criticità».