Sulbiate, 23 gennaio 2011 - Una coltellata al cuore verde. Il colore della rabbia e della campagna. «Sto male, è come se mi avessero dato una pugnalata», dice Domenico Stucchi detto il «Conte», 70 anni, cane nero al guinzaglio, mentre passeggia nel prato sotto casa. Sbuffa, indica una finestra, abita lì. «Me ne dovrò andare da qui, sarà impossibile vivere: saremo in centinaia a soffrire». Sulbiate, aria di Brianza autentica. Cascine, castelli, natura. L’unico paese dove non sono i turisti a scattare le fotografie.

 

Giampiera Beretta, del Comitato Sulbiate superiore, impugna una piccola digitale: «Faccio delle foto da conservare, da tramandare a chi verrà dopo di noi, tra poco qui sarà tutto devastato: è per non dimenticare il patrimonio ambientale che ci porteranno via». Scatti da infilare nel libro dei ricordi. Perché la Pedemontana stravolgerà il paesaggio, e non solo. Il calcolo parla di 100.000 metri quadri di verde divorati dall’autostrada che correrà a due passi dal centro abitato. Due, forse una decina di passi: le case del borgo sono lì, a 80 metri. Abitazioni antiche che incorniciano il castello Lampugnani. Un maniero medievale, simbolo della comunità. Deturpato. La Pedemontana gli passerà accanto, scoperta. Ed è questo il nocciolo della protesta che coinvolge un paese intero. Guglielmo Stucchi, presidente dell’Osservatorio ambientalista, squaderna delle mappe sul tavolo. Una raffigura il progetto preliminare del 2006 che prevedeva l’interramento del tracciato all’altezza del centro storico.

 

La famosa galleria di 800 metri che avrebbe salvaguardato ambiente, campi, aziende agricole, la tranquillità dei residenti assediati dal frastuono del traffico. Nell’altra cartina c’è il progetto definitivo del 2008, dove il tunnel non c’è più, scompare, e si vede la mega strada che taglia la campagna in superficie. Da qui la mobilitazione per chiedere il ripristino del disegno di cinque anni fa. Una rivolta. È la battaglia per la galleria «fantasma»: «Non chiediamo altro, vogliamo che venga realizzata la galleria che era già prevista. Verrà distrutto un pezzo di Brianza verde, siamo disposti a lottare fino alla fine. Senza contare il rischio di nuove speculazioni edilizie attorno al tracciato», spiega Guglielmo Stucchi che con il suo Comitato ha raccolto 1.850 firme per riottenere il tunnel. Numeri enormi se si considera che Sulbiate conta meno di 4.000 abitanti: la metà ha sottoscritto la petizione di protesta. L’esasperazione è palpabile. Si parla di far marciare i trattori su Milano: «Se la politica non ci ascolta saremo costretti a manifestare in modo estremo, arrivando con i mezzi agricoli fin sotto il Pirellone».

 

Accanto a lui c’è Carlo Santini del Comitato di Sulbiate inferiore: prende la mappa e cerchia tre punti, tre luoghi storici e artistici sfregiati dal futuro passaggio dell’autostrada: Cascina Cà con il casello di fronte, la chiesetta di Sant’Ambrogio costruita nel 1100 e il castello medievale. Davanti al maniero sarà alzata una collinetta artificiale di sette metri: "Rovinandolo per sempre: pagine della nostra storia saranno sfigurate in modo irrimediabile, mi domando perchè non intervengono gli enti preposti per la tutela dei patrimoni culturali, siamo dimenticati, non ci ascolta nessuno". È una sensazione di debolezza diffusa. Davide contro Golia, il Comune piccolo che non riesce a far valere le proprie ragioni al tavolo dei grandi, come sostiene Maurizio Sarchielli, coordinatore del Pd: "Massacrano i piccoli paesi, danneggiano una realtà come la nostra che ha saputo preservare il territorio". L’assessore all’Ambiente Luigi Fassina rievoca l’amara sorpresa del 2008. "Abbiamo lavorato per contenere i danni ambientali e poi ci siamo trovati senza la galleria all’improvviso. Ci hanno ingannato, così il paese muore".