Monza, 11 ottobre 2010 - Il palazzetto dello sport come un santuario. Monza come Medjugorje. Circa 10mila fedeli in due giorni al PalaIper, tra sabato e domenica, per pregare con Marija Pavlovic, una delle sei veggenti che dal giugno 1981 dichiara di vedere la Madonna ogni giorno. È successo anche nel raduno monzese. Tardo pomeriggio. I credenti recitano il rosario, chi può in piedi, braccia alzate, molti anziani seduti, altri in ginocchio. Marija vive da vent’anni a Monza e parla un ottimo italiano. Alterna le preghiere nella sua lingua slava e in francese.

 

Chiede silenzio, procede con il "Padre nostro" al microfono, circondata da una decina di bambini che si tengono per mano. Poi si interrompe all’improvviso, occhi sbarrati, fissi verso la gigantografia della Madonna. Come in uno stato allucinato. Muove la bocca ma non parla, lo sguardo non si sposta di un millimetro. Nel palazzetto il silenzio è profondo, e sono in migliaia: non suona un telefono, non si sposta una sedia, piange solo un neonato. Due o tre minuti al massimo, suggestivi, comunque la si pensi. I fedeli non hanno dubbi. Per loro la ex ragazza dell’Erzegovina vede e parla con la madre di Cristo. Qualcuno avverte tra il pubblico sensazioni strane. Profumi difficili da descrivere: "Ero dalla parte opposta rispetto al palco, ma ho sentito questo odore intenso come di fiori, sarà durato trenta secondi, eppure qua siamo in mezzo al cemento" spiega Davide Brembilla di Bergamo.

 

Dice che non è la prima volta: "È capitato anche quando c’è stata la preghiera a Erba" e la gente intorno annuisce. Il dubbio non abita da queste parti, anche se la Chiesa non ha ancora riconosciuto ufficialmente il fenomeno delle apparizioni di Medjugorje. Eppure la presenza delle tonache è visibile. Suore ai banchetti e sul palco. Nell’angolo due sedie accanto alla sala stampa, dove i preti confessano. C’è il cartello blu che indirizza i fedeli verso le postazioni improvvisate. Ci sono i volontari che smistano il traffico, danno indicazioni, accolgono persone arrivate da mezza Italia. All’entrata una decina di stand con bibbie a 7 euro, cd di musica sacra, un banchetto che vende un libro sulla conversione di Paolo Brosio grazie a Medjugorje, un altro con le magliette contro i bambini soldato in Uganda. Sul palco il parlamentare Renato Farina parla di famiglia. Dosi di preghiere e di testimonianze.

 

C’è chi giura di aver trovato la strada dopo l’incontro con Marija Pavlovic: "Non credevo, fino all’anno scorso conducevo una vita dissennata, poi ho trovato un volantino, sono andato a Medjugorje ed è cambiato tutto" spiega Marco, 38 anni, orecchino e spilla dell’associazione che segue la Pavlovic e gli altri veggenti. Lei dispensa raccomandazioni, gestisce gli interventi, prega, sorride. Fino al rosario interrotto dal silenzio.