Usmate, 28 agosto 2010 - Sono tornati al lavoro tutti. I 270 lavoratori della Lat Bri ieri mattina hanno varcato i cancelli dello stabilimento di via San Giovanni Bosco per rimettere in moto la "macchina". Progressivamente l’attività è rientrata a pieno regime con le scorte di latte che l’azienda è riuscita a recuperare in queste ultime ore dopo la revoca del blocco di sei giorni della produzione imposto dall’Asl su disposizione del ministero della Salute "a causa della mancanza dei requisiti di potabilità dell’acqua utilizzata".
Adesso, mentre stanno rientrando dai supermercati i prodotti confezionati prima dell’11 agosto (data dalla quale secondo l’Asl l’azienda aveva sicuramente isolato i due pozzi incriminati approvvigionandosi all’acquedotto), la produzione è tornata a pieno regime.

 

"Eccezionalmente si lavorerà anche domenica per cercare di recuperare quanto più tempo possibile», sottolinea Marco Bermani, segretario regionale della Flai Cgil. Ieri all’ora di pranzo, insieme con i delegati Rsu ha incontrato i vertici aziendali per fare il punto della situazione. Subito dopo hanno tenuto un’assemblea informativa con i lavoratori. «Siamo abbastanza fiduciosi anche se il nocciolo della questione sarà capire come si comporteranno i clienti per il futuro - le parole di Florinda Nettis, delegata Rsu -. L’impatto negativo di tutta questa storia sull’immagine dell’azienda ci sarà. Bisognerà, però, capire in che misura si ripercuoterà sugli ordini dei clienti".
Per il momento ci sono vecchie commesse che garantiscono il lavoro, ma "una volta smaltite, ne subentreranno delle nuove?", si chiede Bermani.

 

La risposta arriverà non prima di venerdì prossimo. I sindacati incontreranno nuovamente la proprietà per l’aggiornamento proprio della questione clienti e ordini. In ogni caso, già ieri mattina «l’azienda ci ha riferito di aver notato un buon atteggiamento nei clienti, in grado di infondere un cauto ottimismo». Comunque «già solo il fatto che tutti i 270 dipendenti diretti sono rientrati al lavoro, ci fa ben sperare». La questione più delicata riguarda, allo stato attuale, i 120 lavoratori della cooperativa. A parte una decina, gli altri sono ancora fermi dal 20 agosto e non sanno quando potranno tornare in fabbrica.
 

 

"Questa è una situazione che dobbiamo monitorare sindacalmente - assicura Bermani -. Dovrebbero rientrare al lavoro progressivamente, in base all’auspicata crescita degli ordini, ma nel frattempo sono a casa senza stipendio. Per questo da lunedì ci attiveremo con i sindacati delle cooperative per valutare la possibilità di richiedere l’applicazione di ammortizzatori in deroga della Regione".

 

La Lat Bri è un colosso che, prima di questa vicenda, realizzava 40 milioni di tonnellate di latticini all’anno e utilizzava un milione di litri di latte al giorno. Il gruppo lattiero caseario più grande in Italia dopo il passaggio di marchi come Cademartori e Galbani in mani francesi. Dallo stabilimento di usmate non uscivano solo latticini a marchio Lat Bri ma anche prodotti che venivano poi venduti con i marchi commerciali di alcuni dei più grandi gruppi della grande distribuzione italiani ed europei.