Monza, 2 giugno 2010 - Quasi 15mila euro di spese di giustizia. È l’esborso che dovrebbe sostenere per vedere garantito il suo diritto alla difesa Emilio Monguzzi, 64 anni, indagato di omicidio volontario aggravato per la morte della sorella Elvira, la pensionata di 79 anni uccisa il 29 luglio scorso nella sua abitazione in via Spalto Piodo 4 a Monza.

 

La cospicua somma deriva dal costo in diritti chiesti dalla Giustizia per ottenere copia dei dvd o cd in cui sono contenute le intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Monza sull’indagato, che sono una cinquantina e per cui vengono chiesti diritti per precisamente ben 296,16 euro ciascuno.

 

Un’enormità di questi tempi in cui la digitalizzazione è ormai una consolidata realtà, tanto che ormai un dispositivo digitale costa come un caffè e quando anche la Giustizia si sta attrezzando per eliminare le migliaia di pagine di fascicoli che occupano troppo spazio per passare al digitale.

 

Eppure questi sono i salati diritti chiesti come spese di giustizia, tanto che nessuno in cancelleria chiede mai copia di dvd o cd per non sobbarcarsi un tale salasso. Un privilegio che, per assurdo, può permettersi invece chi ha un reddito basso o risulta senza reddito e può godere del gratuito patrocinio perché questi esorbitanti costi se li accolla lo Stato. Soltanto ascoltando i contenuti dei costosissimi dvd o cd al palazzo di giustizia non ci sono costi. Ma vorrebbe dire passare intere giornate nelle sale ascolto, destinate invece a tutt’altro scopo. Così però il diritto di difesa finisce per restare monco.

 

E con tutta probabilità non avrà avuto accesso a tutte le intercettazioni telefoniche che lo riguardano Emilio Monguzzi quando insieme ai suoi legali, gli avvocati Anna Casiraghi e Cristiano Viale, affronterà l’11 giugno l’udienza al Tribunale del riesame di Milano del ricorso presentato dalla Procura di Monza contro la decisione del gip monzese di lasciare in libertà l’indagato. Un’udienza fatta slittare di 2 settimane dai giudici del riesame proprio per avere più tempo per recuperare l’enorme documentazione dell’inchiesta.

 

A presentare ricorso al Tribunale del riesame di Milano è stato il sostituto procuratore del Tribunale di Monza Vincenzo Nicolini, titolare delle indagini sull’omicidio della pensionata, che ha chiesto per ben 2 volte e si è visto respingere dal gip del Tribunale di Monza Claudio Tranquillo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il fratello della vittima, uccisa da qualcuno che prima l’ha colpita alla testa con un grosso peso e poi l’ha finita soffocandola con un cuscino o una coperta.

 

Emilio Monguzzi sostiene di avere visto la sorella viva prima di pranzo dopo averla accompagnata a fare la spesa e che l’ha poi trovata morta nel pomeriggio nella sua abitazione dove si era recato perché Elvira non rispondeva al telefono. Per il gip sussistono i gravi indizi di colpevolezza ma non le esigenze di custodia cautelare.