{{IMG_SX}} Monza, 20marzo 2010 - Era a un soffio dalla paralisi il piccolo Nadir, il bimbo di 2 anni operato a metà gennaio al San Gerardo da un’équipe multidisciplinare diretta dal professor Erik Sganzerla (direttore della neurochirurgia).

 

Era affetto da una forma di tubercolosi molto rara che dai polmoni si era estesa alla colonna vertebrale, corrodendo e distruggendo le prime tre vertebre dorsali. Perciò la parte di colonna nella zona cervicale era disgiunta dal resto e stava poco a poco scivolando verso il basso.

 

In questo modo il midollo spinale era deviato e aveva già subito un primo schiacciamento e il minimo movimento brusco avrebbe potuto troncarlo, causando la paraplegia. Atika Aitbakrim, marocchina, mamma di Nadir e di altri 4 figli racconta che il piccolo aveva il collo storto già da maggio, a settembre era bloccato e ha avuto febbre alta.

 

Da Castiglione delle Stiviere, dove abita la famiglia, è iniziato un viaggio della speranza per capire il problema, prima a Desenzano, poi a Brescia, dove una risonanza magnetica ha evidenziato il virus che stava intaccando le vertebre del collo. È stato inviato al centro ortopedico di Bologna, poi tornato a Brescia. Il piccolo era stato ingessato dalla testa al collo, fino al tronco.

 

Mentre cominciava la terapia contro la tubercolosi al centro infettivi di Brescia, a novembre i medici bresciani hanno contattato il dottor Paolo Guerra, neurochirurgo monzese che si è occupato del caso. "Il tutto - racconta Atika - con una famiglia da gestire, il lavoro come operaia da proseguire. Per fortuna ci ha aiutato il Comune".

 

A Monza è stato smontato il gesso ed è stato posizionato un sistema di trazione, Allojacket che tiene la spina dorsale dritta e consente la stabilizzazione. Poi sono stati prelevati due pezzetti di osso dal perone, messi in una griglia di metallo e quindi inseriti nella colonna vertebrale al posto delle tre vertebre ormai mancanti. L’intervento è avvenuto a metà gennaio ed è durato circa 5 ore. Poi il piccolo è rimasto ricoverato in pediatria una settimana e dopo oltre un mese dall’intervento cammina e corre.

 

È un intervento che si esegue in pochissimi centri in Italia.  "È stato possibile - aggiunge il direttore del San Gerardo Giuseppe Spata - grazie alla collaborazione tra neurochirurghi, chirurghi toracici, anestesisti e chirughi plastici e esperti di microchirurgia della mano e ricostruttiva, tutti con competenze anche sui più piccoli, come il dottor Pablo Ingelmo, anestesista pediatrico".