{{IMG_SX}} Monza, 20marzo 2010 - Ancora poche ore, è si dovrebbe arrivare alla verità sul caso Monguzzi. Le macchie di sangue trovate sui pantaloni di quello che finora è stato considerato come il presunto omicida provano davvero la sua colpevolezza?

 

La sensazione fra gli inquirenti, più volte fatta trapelare e altrettante smentita negli ultimi mesi, poggia infatti stavolta su una data precisa: il 20 marzo, in altre parole oggi. Questo il termine in cui dovrebbe essere presentata (trattandosi di un sabato potrebbe però slittare a lunedì) la superperizia ordinata dalla Procura di Monza per far luce sul delitto di Elvira Monguzzi, la pensionata di 79 anni trovata morta il 29 luglio scorso nella sua casa di via Spalto Piodo 4.

 

Una volta letta la relazione dell’esperto di biometria dell’Università di Bologna cui aveva affidato l’incarico lo scorso febbraio, il sostituto procuratore Vincenzo Nicolini dovrà prendere una decisione. L’assassino è davvero Emilio Monguzzi, 64 anni, fratello della povera Elvira?

 

I carabinieri di Monza ne sembrerebbero convinti da tempo: Emilio Monguzzi, l’ultimo a vedere in vita Elvira quel 29 luglio, l’avrebbe uccisa in un raptus di follia dopo una lite. Prima l’avrebbe colpita alla testa almeno tre volte con un oggetto pesante, probabilmente uno dei pesi di ottone della vecchia bilancia trovata nel locale lavanderia al piano terra dell’abitazione.

 

Poi, forse nel timore di essere denunciato da una persona che lo conosceva bene, l’avrebbe soffocata a morte con qualcosa di morbido, un piumino o una coperta. A quel punto, avrebbe ripulito alla bell’è meglio alcune delle macchie lasciate in casa (e di cui è stata trovata traccia ad esempio sulle scale e al primo piano dell’abitazione) e sarebbe uscito per farvi ritorno qualche ora dopo a dare l’allarme.

 

Di sicuro, l’omicidio è avvenuto fra le 12 e le 14, anche se i carabinieri propendono piuttosto per un orario compreso fra le 12.30 e le 13, visto che la tavola da pranzo della vittima, molto abitudinaria, era apparecchiata (compreso un bicchiere di vino) ma la donna non aveva ancora toccato il cibo.

 

Emilio Monguzzi, che si è sempre detto molto legato alla sorella, racconta tutt’altra versione dei fatti. E i suoi legali, gli avvocati Cristiano Viale e Anna Casiraghi, si sono affidati a un pool di esperti per seguire da vicino le indagini degli uomini del Reparto Investigazione scientifiche di Parma: Giovanni Fassina, professore dell’Università di Pavia, e Nicola Cucurachi, ematologo e biologo forense dell’Istituto di Medicina legale dell’Università di Parma.

 

Quel 29 luglio a dare l’allarme alle 17.30 era stato proprio Emilio Monguzzi, che aveva appena trovato il cadavere della sorella riverso a terra e si sarebbe macchiato i pantaloni di sangue nel tentativo di spostarla, convinto che a farla cadere fosse stato un malore.

 

La battaglia legale, cominciata ancora prima di arrivare in aula, si concentra proprio su quelle macchie: sono macchie da trascinamento, come sostiene la difesa di Emilio Monguzzi, o sono a spruzzo, procurate quindi nel corso dell’aggressione?

 

Il pm Vincenzo Nicolini ha preferito vederci chiaro: dopo il caso Garlasco, che ha messo a dura prova la credibilità del Ris di Parma, ha chiesto dunque una superperizia: e ha chiamato appunto un esperto di biometria, una tecnica che permetterebbe di risalire, dalla morfologia delle macchie di sangue, alla ricostruzione dell’esatta posizione in cui si trovava la vittima dell’omicidio. E il suo assassino.

 

La risposta appare ora veramente dietro l’angolo: bisogna attendersi l’arresto per omicidio volontario aggravato di Emilio Monguzzi, iscritto numero uno sul registro degli indagati? Oppure il fratello è innocente e la Procura lo proscioglierà?

 

In questo secondo caso, però, le indagini dovrebbero ricominciare da capo e, a quasi otto mesi di distanza dall’omicidio, trovare un colpevole potrebbe risultare quasi impossibile. Anche perché l’unica altra persona finita sul registro degli indagati, una donna sudamericana, sembrerebbe coinvolta solo per caso nella vicenda.