Giovedì 16 Maggio 2024

In pose hard a quattordici anni. I giudici: ma lei era consapevole

Monza, pena ridotta al maggiorenne che mise il video sul web di Stefania Totaro

Sul web vigila la Polizia Postale  che negli anni ha scoperto numerosi casi di abusi Un fenomeno in aumento

Sul web vigila la Polizia Postale che negli anni ha scoperto numerosi casi di abusi Un fenomeno in aumento

Monza, 8 dicembre 2014 - «Una condivisa e “naturale” dinamica di provocazioni e di crude sollecitazioni reciproche, in una sorta di sconcertante, già conosciuto e “malinteso” gioco di esplicito contenuto erotico-sessuale di cui erano entrambi protagonisti attivi». Questa la motivazione, che tra l’altro disegna uno spaccato davvero allarmante dell’attuale disinibito rapporto con il sesso in Rete dei ragazzini, la Corte di Appello di Milano ha ritenuto un 19enne brianzolo responsabile di avere diffuso sul web il video osè dell’amica monzese di 14 anni, ma non di averla indotta a filmarsi in pose a luci rosse.

Il giovane era stato condannato in primo grado nel novembre 2013 dal gup del Tribunale di Milano a 2 anni e 8 mesi di reclusione per induzione alla produzione e diffusione di materiale pornografico, riconoscendo ai familiari della vittima (che nel frattempo è andata a studiare all’estero per lasciarsi questa storiaccia alle spalle) una provvisionale sul risarcimento dei danni. Ma lo scorso settembre i giudici di appello, su richiesta dello stesso rappresentante della Procura generale, hanno ritenuto il 19enne responsabile soltanto di avere diffuso il filmato incriminato, ma non anche di avere indotto la ragazzina a filmarsi. Risultato: un anno di condanna in meno, 1 anno e 8 mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna sul certificato penale in quanto l’imputato ha meno di 21 anni. Il caso era scoppiato nel gennaio 2013, quando le immagini della minorenne erano apparse su Facebook, Youtube e su un sito pornografico facendo rapidamente il giro tra i ragazzi della Monza bene. All’epoca il protagonista di questa squallida vicenda aveva da poco compiuto 18 anni.

È stato lui, il bello della compagnia, a dire alla minorenne che si era presa una cotta, di girare il video sexy e di mandarglielo. Naturalmente promettendole la privacy più assoluta. Invece, con la complicità di un amico minorenne, che si sarebbe preso la briga di ‘lanciare’ il filmato della ragazzina sul sito di diffusione di video giovanili e sul sito pornografico (per lui è in corso il processo al Tribunale per i minori di Milano) la vita della ragazzina era precipitata nel baratro della derisione e degli insulti. In lacrime la quattordicenne si era rivolta ai genitori ed era partita la denuncia e il processo con il rito abbreviato davanti al gup milanese (i reati relativi alla pedopornografia sono di competenza della giustizia del capoluogo). Poi l’appello, chiesto dal difensore del giovane, l’avvocato Marco Baroncini. Gli avvocati di parte civile Roberta Succi e Francesco Laratta ora decideranno se ricorrere in Cassazione.