Addio Camera di commercio di Monza: si unisce a quella di Milano

Con 25 voti favorevoli dei 28 presenti passa l'aggregazione. Ma i sindacati avanzano un parere di possibile "illegittimità"

La sede della Camera di commercio di Monza e Brianza

La sede della Camera di commercio di Monza e Brianza

Monza 25 luglio 2016 - Bastavano 22 voti favorevoli. Ne sono arrivati 25 con 2 contrari e un astenuto. Il Consiglio della Camera di commercio di Monza e Brianza si è espresso a favore dell'aggregazione con Milano (dove si era già votato giovedì scorso). Con buona pace dei sindaci brianzoli e della Provincia che venerdì, riuniti in assemblea straordinaria, avevano votato un documento (poi inviato a tutti i consiglieri) per sostenere l'autonomia della Camera brianzola in attesa dei futuri assetti costituzionali e territoriali (la politica guardava all'area vasta con Lecco e Como che sostituirà le province).

I voti contrari sono stati del consigliere Marco Viganò (Cisl, espressione dei sindacati) e Carmine Villani (Adoc, espressione delle associazioni dei consumatori) al quale si è sommata l'astensione di Giuseppe Meregalli (ex presidente di Confcommercio Monza e Brianza). Tutti gli altri (Confcommercio esprime altri 2 consiglieri) hanno vitato a favore (anche i rappresentati di Assimpredil che a Milano si erano invece astenuti).

Ma non si placano le polemiche. Il consigliere Marco Viganò nel suo intervento ha sollevato questioni di "illegittimità" sul fatto che la Camera di un'area metropolitana si possa unire a quella una di un'area vasta (questo in base alla legge 580 che regola le Camere di commercio e del combinato delle norme delle leggi Del Rio e Madia. "In questo caso - ha detto viganò - dovrà essere il ministero dello Sviluppo economico ad esprimersi sulla vicenda".